20 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Riforme Costituzionali

E' una tagliola

La maggioranza ha deciso di imporre il contingentamento dei tempi del dibattito al Senato sulle riforme: solo 135 ore per due settimane, compresi i decreti in scadenza. Le opposizioni insorgono: «E' una tagliola nella sostanza».

ROMA - La maggioranza ha deciso di imporre il contingentamento dei tempi del dibattito al Senato sulle riforme, e le opposizioni insorgono: «E' una tagliola nella sostanza più che nella forma». Con il contingentamento dei tempi, deciso dalla conferenza dei capigruppo del Senato alle riforme, verranno dedicate all'iter parlamentare delle riforme solo 115 ore: di cui 80 destinate alle votazioni e 20 al dibattito, distribuite proporzionalmente tra i gruppi parlamentari. E' stato il presidente del Senato, Pietro Grasso, a comunicare all'Aula la ripartizione dei tempi: 8 ore verranno lasciate invece al governo e 5 per gli interventi in dissenso, suddivise proporzionalmente tra i gruppi. Sono molte le voci che si levano contro la "tagliola".

Chiti (Pd): E' una pericolosa deriva negativa - Il dibattito sulle riforme sta prendendo «una deriva negativa che non conviene a nessuno", secondo il senatore Pd Vannino Chiti, intervistato da Radio radicale. Chiti articola meglio il suo pensiero: «Sulle riforme in Senato si sta prendendo una deriva negativa che non conviene a nessuno. Ci sono due opposti estremismi che devono essere evitati. Per un verso non si deve fare ostruzionismo, si deve cercare un confronto sui temi più importanti in discussione: i diritti delle minoranze, le leggi eticamente sensibili, la libertà religiosa sono competenza paritaria o solo della Camera che ha l'esclusività del rapporto fiduciario con il governo; che poteri avrà il Senato sulle leggi non paritarie su cui giustamente la Camera avra' l'ultima parola; l'immunità dei parlamentari; le firme necessarie per i referendum propositivi e abrogativi; la riduzione del numero dei deputati; il metodo di elezione dei senatori».
«D'altra parte - aggiunge Chiti - l'imposizione della tagliola è un errore gravissimo. Quando la destra, nel 2005, impose il contingentamento dei tempi su una riforma della Costituzione noi della sinistra contestammo duramente quella decisione. Faccio appello a quanti sono mossi da seria responsabilità e volontà, affinché operino per dar vita ad un clima costruttivo di confronto».

Sel: Il contingentamento è gravissimo Anche Sinistra- Ecologia e Libertà contesta duramente la decisione della amggioranza.«Il contingentamento è molto grave - ha detto Loredana De Petris, esponente di Sel e portavoce del partito - e insopportabile per una revisione della Costituzione».

M5s: E' una tagliola A stretto giro è arrivata anche la replica forte e chiara dei grillini. «Il governo vuole le riforme entro l'8 agosto e ci concede 135 ore per le prossime due settimane in cui dovremo esaminare anche i decreti in scadenza - prostesta il pentastellato Vito Petrocelli - è chiaro che stanno cercando di forzare, perchè se non fosse una tagliola avrebbero previsto altri giorni di lavoro oltre l'8 agosto».

Lega Nord: Non siamo gli schiavi di Renzi - «Renzi vuole togliere la parola a un ramo del Parlamento ma noi non ci stiamo, non siamo gli schiavi di Renzi che vuole andare in vacanza entro l'8 agosto", ha aggiunto Gian Marco Centinaio della Lega che, interpellato a proposito di un possibile ostruzionismo anche sui decreti, ha risposto: «No, sui decreti non lo faremo perchè pensiamo agli interessi del paese».