1 dicembre 2023
Aggiornato 07:00
La strage di Via D'Amelio

Boldrini: Borsellino conosceva il profumo della libertà

A ventidue anni dall'attentato in cui persero la vita il giudice Borsellino e la sua scorta, intervengono il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e la presidente della Camera, Laura Boldrini. Intanto, a Palermo, i familiari delle vittime di mafia sono stanchi delle verità parziali.

ROMA - A Palermo, i familiari delle vittime di mafia si sono incontrati nella notte nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza, durante una conferenza stampa organizzata da Antimafia Duemila per ricordare la strage di via d'Amelio. Margherita Asta, che nella strage perse la madre e due fratelli, ha esordito così:  «Noi familiari delle vittime di mafia siamo stanchi di verità parziali. Paolo Borsellino difendeva quello stesso Stato che forse non sta dicendo fino in fondo la verità. A quella parte di Stato dobbiamo chiedere più coraggio e coerenza.» E una parte dello Stato le risponde oggi, attraverso i canali istituzionali.

Napolitano: «Serve un cambiamento culturale» - Nel 22esimo anniversario dell'attentato di via d'Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene personalmente: «E' indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza».
Ha poi inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende un «commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che ugualmente persero la vita. Paolo Borsellino - si legge nel messaggio del capo dello Stato - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione».

«Auspico la verità» - "E' pertanto indispensabile - prosegue il Presidente della Repubblica - non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza. Come ho ricordato in occasione dell'anniversario della strage di Capaci, alla speranza di una generale evoluzione nei comportamenti individuali e collettivi che conduca alla sconfitta della mafia deve accompagnarsi l'auspicio che i processi ancora in corso possano fare piena luce su quei tragici eventi, rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene da chi è stato colpito nei suoi affetti più cari e che si estende all'intero Paese. Con questo spirito, e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani».

Boldrini: «Restano punti oscuri» - Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, ricorda l'attentato in cui persero la vita il giudice Borsellino e la sua scorta: «A 22 anni di distanza dalla strage di via d'Amelio restano ancora punti oscuri nella ricostruzione della verità di quella tragica stagione di sangue».
«E' comprensibile
- ha aggiunto la Boldrini - che il ricordo abbia un sapore sempre più amaro e per questo è tanto più importante che il lavoro di indagine dei magistrati prosegua per soddisfare la domanda di giustizia condivisa dai familiari delle vittime, a cui va il mio abbraccio, e dai cittadini».

Borsellino: «Anche l'onnipotente mafia svanirà» - «In questi anni - ha proseguito la presidente della Camera - è certamente cresciuta la consapevolezza delle nuove generazioni e della società civile sulla pervasività della criminalità organizzata. 'Se la gioventù le negherà il consenso - sosteneva Borsellino -, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo'. Così come era convinto che la lotta alla mafia debba 'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità», ha concluso la Boldrini.