Emorragia Sel: anche Fava lascia
Il vice-presidente della commissione Antimafia, si legge in una nota, ha comunicato oggi a Nichi Vendola «le proprie irrevocabili dimissioni dal partito».
ROMA - Claudio Fava lascia Sel, il vice-presidente della commissione Antimafia, si legge in una nota, ha comunicato oggi a Nichi Vendola «le proprie irrevocabili dimissioni dal partito».
SCELTA DOLOROSA MA INDEROGABILE - «Caro presidente - scrive Fava nella lettera a Vendola - ti comunico la decisione di dimettermi da Sinistra ecologia e libertà. Una scelta dolorosa e insieme inderogabile. Dolorosa per chi, come me, ha immaginato, fortemente voluto e partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia e Libertà. Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario».
L'ARROCCAMENTO IDENTITARIO - Fava aggiunge: «La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo. Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario. Una marginalità che ci rende inadeguati rispetto all'ambizione che c'eravamo dati: costruire una forza autonoma della sinistra impegnata in un cambiamento del paese e nella ricostruzione di uno spazio politico largo, plurale, responsabile».
PRIMATO DI COERENZA - «Sono venute meno le condizioni per continuare questa strada insieme», ha concluso. «Permettimi solo di chiarire, anticipando il florilegio di interpretazioni che questa decisione raccoglierà, che questa non è una scorciatoia verso altri partiti. La differenza che tu proponi oggi sui giornali tra 'renziani' e 'non renziani' è una semplificazione ingenerosa e grossolana. La scelta, per me, non è tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco più e l'adesione a un'altra forza politica: esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternità nei confronti di nessuno».
AIRAUDO, NESSUNA SCISSIONE IN SEL - Giorgio Airaudo, deputato di Sel, ha commentato: «Le scissioni sono serie se avvengono in mezzo a movimenti sociali e sono partecipate, se invece sono scelte di singoli deputati si chiamano in un altro modo: operazioni rispettabili dal punto di vista individuale, ma non impegnano un movimento politico».
EFFETTO CALAMITA DI RENZI - Ad Agorà, su Rai3 Airaudo ha proseguito: «La posizione parlamentare giusta di Sinistra ecologia libertà sul decreto Irpef - prosegue - doveva essere l'astensione, perché gli 80 euro sono una notizia positiva per chi li riceve, ma questi 80 euro sono una una tantum e ci sono tagli alla spesa pubblica. Mi sembra evidente - sottolinea Airaudo - che Renzi eserciti un effetto calamita in tutte le direzioni. Ma noi siamo opposizione e pensiamo di essere alternativi, infatti non abbiamo mai votato la fiducia al governo in carica. Poi ora si è aperta una discussione, ma secondo me chi dentro al mio partito ha scelto di utilizzare il decreto Irpef per segnare un avvicinamento al governo ha sbagliato oggetto, perché avrebbe dovuto fare una battaglia politica più esplicita e pubblica. Io non penso che il contributo di Sinistra ecologia libertà possa avvenire in una cornice di accordo in cui le riforme si fanno con Berlusconi».
RENZI GOVERNO DI EMERGENZA - «Il Governo Renzi - conclude - è un governo di emergenza che si regge in equilibrio su due assi: l'accordo con Berlusconi per iniziare le riforme, poi vedremo se si concluderanno, e l'accordo con Alfano per la gestione corrente. È evidente che l'equilibrio è basato su queste due asticelle, oggi l'equilibrio è più stabile, ma senza l'incontro del Nazareno il governo Renzi non sarebbe nato. E infatti questa mattina il Giornale e la Repubblica confermano sostanzialmente che il Governo Renzi può andare avanti...».
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