19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
MoVimento 5 Stelle

I grillini della rete: non siamo xenofobi

Sul Web valanga di proteste contro l’incontro fra Grillo e l’inglese Farage al quale ha partecipato anche il figlio di Casaleggio.

ROMA - » Insieme faremo un sacco di guai in Europa», ha promesso Nigel Farage a Beppe Grillo, durante il pranzo che ieri hanno consumato insieme a Bruxelles.

Per ora dei guai sicuri se li è procurati il leader dei 5Stelle proprio per essere andato a parlare con il capo dell’Ukip. Dalla rete, il luogo del confronto prescelto dal Movimento 5Stelle, è partita infatti una serie di bordate contro Grillo, accusato di muoversi in cerca di alleanze in Europa senza prima avere consultato la base.

A scatenare i grillini sul web non è stata solo la disinvoltura decisionale di Grillo, ma soprattutto   il profilo politico di Nigel Farage, che nel suo paese ha ottenuto un successo elettorale paragonabile a quello di Marine Le Pen cavalcando l’onda dell’antieuropeismo e della avversione agli stranieri.

«Non siamo xenofobi», ha protestato il capo gruppo grillino alla Camera, Giuseppe Brescia.

Quali posizioni assumere nei confronti dell’immigrazione è uno dei punti che anche in passato ha provocato una profonda spaccatura fra la base del Movimento e il duo Grillo-Casaleggio. Non bisogna dimenticare infatti che sul reato di clandestinità i parlamentari si espressero a favore della cancellazione del reato contro il parere dei fondatori.

Grillo e Casaleggio provarono a bloccare l’iniziativa dei cosiddetti portavoce adducendo che questo tipo di indirizzo non era previsto nei 20 punti programmatici, ma dovettero cedere davanti ad una massiccio pronunciamento del popolo della rete.

Tornando dall’incontro di Bruxselles, Grillo ha cercato di gettare acqua sul fuoco specificando che si è trattato solo di un sondaggio: «Sondiamo», si è limitato a dire ai cronisti che lo hanno intercettato all’aeroporto di Linate. Ma questo non è bastato a raffreddare la tensione della base.

A molti grillini inoltre non è piaciuta la composizione della delegazione che a Bruxselles è andata a trattare con Farage. Insieme a Grillo c’era infatti il capo della comunicazione, Cludio Messora (più volte entrato, in passato, in rotta di collisione con i parlamentari del 5 Stelle) e il figlio di Gianroberto Casaleggio. Davide Casaleggio, da quando il padre è stato operato sta assumendo responsabilità sempre più rilevanti dentro il Movimento. Esperto in marketing on line, Davide Casaleggio ha avuto l’incarico di guidare un teem di pentastellati per individuare i nomi dei futuri alleati in Europa, dove per creare un gruppo c’è bisogno di mettere insieme perlomeno 25 deputati provenienti da sette paesi membri dell’Unione.

Grillo cercherà di convincere i suoi sostenendo che Farage vuole uscire dall’Europa, ma non è xenofobo: lo proverebbe il suo rifiuto di allearsi con il Fronte nazionale di Le Pen.

Ma il leader della Lega, Matteo Salvini, che ieri, per raggiungere Marine Le Pen, ha viaggiato sullo stesso aereo di Grillo (sembra che abbia fatto anche un ultimo tentativo andato a vuoto di convincerlo a stringere un patto)  ha subito smontato questa tesi. Per Salvini infatti, Farage e la Le Pen la pensano nello stesso modo su tutto, ma l’inglese non ci sta ad allearsi con la francese perché vuole restare il padrone assoluto del suo gruppo. «Inoltre -ha aggiunto Salvini- Farage sta in Europa per difendere gli interessi della Borsa e della finanza inglesi».