29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
MoVimento 5 Stelle

Grillo gioca anche la carta dell’antisemitismo

Nel furore della campagna elettorale il M5S storpia Primo Levi per attaccare Napolitano. Ma la rete a strascico dei grillini raccoglie sul blog anche un esaltazione dei meriti della BCE

Quale sarà il vero Grillo? Quello che si erge a difensore della Costituzione o quello che vuole mettere la multa ai suoi deputati europei che non la pensassero come lui? Quello che afferma che Papa Francesco è grillino o quello che si coccola tutti i movimenti più oltranzisti in fatto matrimoni gay e che in Europa presentano un emendamento che prevede nella parità di genere anche il terzo sesso?

Quello che si scaglia contro l’Euro o quello che nel suo blog, in apertura, ospita un romanziere- finanziere  alla moda ( si chiama Guido Maria Brera) che esalta le virtù della Banca Centrale europea per non essersi messa a stampare moneta come invece hanno fatto Stati Uniti e Giappone?

La verità è che Grillo sta solleticando l’altra metà della pancia del Paese, quella che dopo essersi abbuffata dei sogni di ricchezza facile di Berlusconi, e delle promesse di egualitarismo della sinistra, ora si dibatte nella crisi e non sapendo a che cosa aggrapparsi rischia di fare affogare anche valori  inviolabili coma la dignità e il rispetto che si debbono a chi ha visto milioni di vite recise da una furia barbara quanto stupida.

In questa mescolanza di generi a fare da carta moschicida di ogni protesta non poteva mancare una strizzata d’occhi anche all’antisemitismo.

Come? Non certo in maniera esplicita. Semplicemente storpiando Primo Levi e la sua «se questo è un uomo» per attaccare Napolitano e Renzi, per scagliarsi contro la P2 e la mafia. Semplicemente storpiando la turpe scritta che campeggiava all’ingresso di Aushwitz.

Ora con tutto quello che si può dire della Pd o della mafia, quale era il bisogno di questa contaminazione con la shoah e con l’orrore di Aushwitz? Non ce ne era alcun bisogno, a meno si essere invasati di volgarità gratuita. Ma siamo in campagna elettorale e il nostro Grillo sa come fa parlare di se. Sa come manovrare una informazione che lo insegue assetata di ogni baggianata, che gli dedica fiumi di inchiostro e flash a ripetizione quando si presenta mascherato, imbufalito, sornione, aggressivo, spiritato, logorroico, reticente. Ogni giorno uno spettacolo.

Oggi il capocomico ha mandato in scena un colpetto di blasfemia antisemita, ben sapendo che tutta la platea sarebbe insorta ad una voce, avendo la consapevolezza che il frastuono di quelle facili difese d’ufficio a qualche orecchio sarebbe risultato irritante se non quanto il furto osceno di Primo Levi, perlomeno quanto ciò che suona come facile e ipocrita conquista di consenso.

Detto dell’ insorgere opportunistico della platea, resta la preoccupazione per scelte del capocomico che pur di fare cassetta non esita a impossessarsi con lucido cinismo di ogni commedia o tragedia che lo lanci sulla ribalta quotidiana.

Esemplare alla profanazione quotidiana di Grillo la reazione composta di Renzo Gattegna: «Noi stiamo esaminando attentamente tutto ciò che il movimento cinque stelle sta promulgando e dichiarando. Ci sono alcune frasi e alcuni messaggi che sono di difficile interpretazione, questo ultimo purtroppo ha un risvolto molto chiaro che non esitiamo a condannare. Siamo veramente offesi e indignati», ha affermato il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. E alla domanda  se teme che nel M5S ci possa essere un seme antisemita ha così risposto «Se non ci fosse dovrebbero dimostrarlo loro con i fatti e con le parole. Non voglio emettere sentenze definitive, ma invito il M5S a fare molta attenzione a non allinearsi con movimenti neonazisti».

Inoltre Grillo fa male anche al suo movimento. La sua scurrilità quotidiana oggi ha messo in ombra la povertà dei suoi parlamentari messa a confronto con la ricchezza dei loro avversari sugli scranni del Senato e della Camera. Molti grillini risultano disoccupati o precari. Dall’altra parte ci sono i 4 milioni e mezzo l’anno di Berlusconi (ma l’anno scorso ne aveva denunciati 35 e mezzo). Sul milione l’anno ci sono inoltre i forzisti Alfredo Messina e Salvatore Sciascia, il primo consulente amministrativo, il secondo consulente del lavoro. Poi fra i paperoni di Montecitorio c’ è il re delle cliniche private, Antonio Angelucci con 4 milioni e 300 mila e il finanziere Gregorio Gitti dei Popolari d’Italia che possiede 39 partecipazione e un reddito annuo di 3 milioni e 400mila euro. Per Trovare un imprenditore, sempre di Forza Italia, bisogna scendere ai 680 mila euro di Barnabò Bocca, proprietario di alberghi.