19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Giustizia

Tre mesi di carcere al vice di Casapound per furto pluriaggravato

Simone Di Stefano è stato condannato a 90 giorni di carcere e 100 euro di multa, per aver rubato una bandiera europea, presso la sede dell'UE in Italia. Il giudice ha applicato il massimo dello sconto di pena. Manifestazione davanti al trbunale, dove un centinaio di persone ha urlato «Simone libero» e ha esposto uno striscione «Alcuni italiani non si arrendono»

ROMA - Il vicepresidente di Casapound, Simone Di Stefano, è stato condannato a tre mesi di reclusione ed al pagamento di 100 euro di multa in relazione al furto di una bandiera dell'Unione europea, nella sede di via IV Novembre a Roma. Il fatto è avvenuto sabato pomeriggio ed in seguito a questo Di Stefano era stato arrestato. Oggi il giudice monocratico della Capitale ha convalidato il fermo e disposto l'obbligo di firma per due volte la settimana.

PENA PIÙ MITE POSSIBILE - Simone Di Stefano di Casapound è stato condannato a tre mesi di reclusione per il reato di furto pluriaggravato, Il difensore, l'avvocato Domenico Di Tullio, ha spiegato che il giudice ha applicato il «massimo dello sconto previsto dal codice» nel comminare la condanna. A favore di Di Stefano c'è stata la concessione delle attenuanti generiche ed il fatto che lo stesso ha fatto ritrovare la bandiera. «Il suo è stato solo un gesto dimostrativo, nell'ambito dell'adesione al movimento '9 Dicembre' dei Forconi».

LA PROTESTA - «Alcuni italiani non si arrendono» si legge sullo striscione che Casapound ha portato davanti all'ingresso del tribunale di piazzale Clodio in occasione del processo al suo esponente, Simone Di Stefano. Alla dimostrazione hanno partecipato circa un centinaio di persone, che hanno scandito lo slogan «Simone libero».

IL FURTO - Di Stefano era stato bloccato dalla polizia durante un 'blitz' alla sede di rappresentanza in Italia della Commissione europea in via IV Novembre a Roma, mentre con una scala tentava di sostituire un tricolore alla bandiera blu dell'Unione europea che sventolava sul palazzo. Il difensore di Di Stefano, l'avvocato Domenico Di Tullio, fuori dall'aula ha spiegato: «Il mio assistito ha anche fatto ritrovare la bandiera. Il suo è stato un gesto dimostrativo nell'ambito di una manifestazione assolutamente pacifica».