3 maggio 2024
Aggiornato 05:00
Primarie del Pd

«Dobbiamo costruire un partito vero, aperto, intelligente e democratico. Ma un partito»

RP | RP | Cuperlo: «La distinzione delle figure del candidato premier e del segretario non può essere trattata come un cavillo. È una scelta politica e culturale. Una organizzazione forte ha bisogno di una leadership autorevole, ma la leadership non esaurisce la funzione del movimento»

ROMA - Il Partito democratico (Pd) deve essere «aperto, democratico, intelligente», ma soprattutto deve essere «un partito». Lo ha scritto su Facebook Gianni Cuperlo: «In un tempo difficile, dove la crisi semina povertà, sfiducia, ribellione, si è aperta una frattura rischiosa tra chi è immerso nel governo del presente, condizionato dalle scarse risorse e dai limiti esterni, e chi reclama un domani migliore, non trovando però la mediazione della politica. Questa frattura attraversa il centrosinistra e ha costituito una delle ragioni dell`insuccesso elettorale.Il Pd deve diventare molto più che un collegamento tra la società e le istituzioni».

PD NON PERDA ANIMA - Per il candidato alla segreteria del Pd «il distacco, l`estraneità di oggi sono anche il risultato di una politica che ha finito per identificarsi, sino ad annullarsi, dentro le istituzioni. Costruire un nuovo partito vuol dire ribellarsi alla gestione ordinaria del potere, alla tendenza a occupare la società anzichè rappresentarla. Per questo serve un partito che ha radici salde nella società. Anche per questo la distinzione delle figure del candidato premier e del segretario del partito non può essere trattata come un cavillo. È una scelta politica e culturale. L`identificazione dei due ruoli non ha funzionato proprio perché il governo da solo non ce la fa. Il migliore di tutti noi da solo non ce la fa. Un partito forte ha bisogno di una leadership autorevole, ma la leadership non esaurisce la funzione del partito. Il partito non è un comitato elettorale permanente a servizio dei candidati alle varie competizioni elettorali. Dobbiamo costruire un partito vero, aperto, intelligente e democratico. Ma un partito. Il dilemma non è tra partito pesante e partito leggero. Il problema è essere davvero un 'soggetto' politico e non uno 'spazio' senz`anima».

LAVORO PRIORITARIO - E' giusto dire che il lavoro deve essere al primo posto dell'agenda Pd, ma è bene anche chiarire che il problema non si risolve intervenendo sulle «regole», ha ammonito lo sfidante di Matteo Renzi: «Al primo posto c`è il lavoro. Dentro questa priorità, l`urgenza è il contrasto alla disoccupazione. Occorre un piano straordinario per l`occupazione giovanile e femminile finanziato in modo consistente, concentrando le risorse che nei prossimi anni si recupereranno dalla riduzione della spesa degli interessi sul debito pubblico, dal contrasto all'evasione fiscale e dai maggiori margini d`azione contrattati a livello europeo. Un piano che consenta di impegnare centinaia di migliaia di giovani in attività legate all'ambiente, alla cultura, alla tutela e valorizzazione del nostro patrimonio artistico e paesaggistico, all'economia digitale e allo sviluppo di attività e modalità di produzione innovative. Si tratta di utilizzare un potenziale enorme di conoscenza e capacità che esce dalle nostre scuole e università e resta inutilizzato, specie al Sud».

DEIFICIT NON SIA OSSESSIONE - «Su questo - ha aggiunto - occorre compiere una scelta coraggiosa, capace di produrre effetti sul tessuto sociale e sulla domanda interna ben più significativi di una riduzione del cuneo fiscale o di una diminuzione della tassazione sulla prima casa. Bisogna però sottrarre il tema del lavoro dall'ossessione che il deficit di competitività delle nostre imprese dipenda dalla legislazione sul lavoro. Abbiamo già perso troppo tempo in scontri su questo terreno. E servono investimenti. La sfiducia diffusa nel ruolo dello Stato ha portato a sottovalutare il ruolo cruciale che esso ha giocato nei casi più rilevanti di crescita guidata dall'innovazione, come in Germania e negli Stati uniti».