13 ottobre 2024
Aggiornato 03:30
Vaticano

Il Papa in visita al Quirinale

Napolitano: «Istituzioni stravolte da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante. La politica ha la drammatica necessità di recuperare partecipazione, consenso e rispetto liberandosi dalla piaga della corruzione». Il Santo Padre: «Il mio auspicio, sostenuto dalla preghiera, che l'Italia, trovi la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo»

ROMA - In Italia le istituzioni sono «immerse in una faticosa quotidianità, dominata dalla tumultuosa pressione e dalla gravità dei problemi del Paese e stravolte da esasperazioni di parte in un clima avvelenato e destabilizzante».
Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della visita ufficiale del Papa al Quirinale lamentando la distanza della politica italiana dalla «cultura dell'incontro» e del «dialogo» che il Santo Padre ama evocare.

PAPA SIA DA ESEMPIO A POLITICA - «La politica ha la drammatica necessità di recuperare partecipazione, consenso e rispetto liberandosi dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi», ha continuato Napolitano. Il presidente della Repubblica ha aggiunto: «E' tempo di levare più in alto lo sguardo, di riguadagnare lungimiranza e di portarci al livello di sfide decisive che all'oggi già si proiettano sul domani. Facendo nascere anche da questa straordinaria e così elevata occasione d'incontro, un impegno comparabile a quello di cui Santità Francesco ci sta dando l'esempio».

POLITICA RICEVE ATTACCHI DISTRUTTIVI - Secondo il capo dello Stato la politica oggi è «esposta non solo a fondate critiche ma anche ad attacchi distruttivi» ma se vuole riacquistare credibilità deve «rinnovare, insieme con le sue articolazioni pluralistiche, le proprie basi ideali, sociali, culturali».

RISCOPRIRE AMORE CRISTIANO - Infine Napolitano ha sottolineato: «Il saper comunicare con i semplici, il saper trasmettere a ciascuno e a tutti i valori del messaggio cristiano, innanzitutto quello dell'amore per gli altri sprigiona potenzialità nuove per combattere il dilagare dell'egoismo, della insensibilità sociale, del più spregiudicato culto del proprio tornaconto personale».

PAPA, PREGO PER CONCORDIA IN ITALIA - Dopodiché ha preso la parola Bergoglio: «Signor presidente, in questa circostanza mi è caro formulare l'auspicio, sostenuto dalla preghiera, che l'Italia, attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali, sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona, e ad offrire nel consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia».

STIMA PER NAPOLITANO - Il Santo Padre ha proseguito: «Mi è particolarmente gradito associarmi alla stima e all'affetto che il popolo italiano - anche io - nutre per la sua persona e rinnovarle i miei auguri più cordiali per l'assolvimento dei doveri propri della sua altissima carica. Iddio protegga l'Italia e tutti i suoi abitanti».

MOLTIPLICARE SFORZI PER RIPRESA - Il Papa ha poi ricordato «gli effetti dolorosi» della crisi economica, a partire dalla «insufficiente disponibilità di lavoro. E' necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa».

«Tante - ha detto Papa Francesco - sono le questioni di fronte alle quali le nostre preoccupazioni sono comuni e le risposte possono essere convergenti. Il momento attuale è segnato dalla crisi economica che fatica ad essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello di una insufficiente disponibilità di lavoro. E' necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa».

RAPPORTI SERENI FRA STATO E CHIESA - Quindi Bergoglio ha accennato ai «momenti salienti nelle relazioni tra lo Stato italiano e la Santa Sede», ricordando «l'inserimento nella Costituzione repubblicana dei Patti Lateranensi e l'Accordo di revisione del Concordato. Di tale Accordo ricorrerà tra poche settimane il trentesimo anniversario. Abbiamo qui il solido quadro di riferimento normativo per uno sviluppo sereno dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia, quadro che riflette e sostiene la quotidiana collaborazione al servizio della persona umana in vista del bene comune, nella distinzione dei rispettivi ruoli e ambiti d'azione».

LE VISITE PASTORALI - Con l'occasione il Santo Padre ha parlato delle sue prime «visite pastorali» in Italia: «A Lampedusa, anzitutto dove ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a causa delle guerre o della miseria, si avviano verso l'emigrazione in condizioni spesso disperate; e dove ho visto l'encomiabile testimonianza di solidarietà di tanti che si prodigano nell'opera di accoglienza. Ricordo poi la visita a Cagliari, per pregare davanti alla Madonna di Bonaria; e quella ad Assisi, per venerare il Santo che dell'Italia è patrono e di cui ho preso il nome. Anche in questi luoghi ho toccato con mano le ferite che affliggono oggi tanta gente».

ECCELLENTI RELAZIONI CON ITALIA - Il Papa ha spiegato di essersi recato in visita al Quirinale per confermare «l'eccellente stato delle reciproche relazioni»: «Con viva gratitudine ricambio oggi la cordiale visita che ella ha voluto farmi lo scorso otto giugno in Vaticano. La ringrazio per le cortesi espressioni di benvenuto con cui mi ha accolto, facendosi interprete dei sentimenti del popolo italiano. Nella consuetudine istituzionale dei rapporti tra Italia e Santa Sede questa mia visita conferma l'eccellente stato delle reciproche relazioni, e prima ancora intende esprimere un segno di amicizia.
Infatti, già in questi primi otto mesi del mio servizio petrino ho potuto sperimentare da parte Sua, Signor Presidente, tanti gesti di attenzione. Essi si aggiungono ai molti che ella ha progressivamente manifestato, durante il suo primo settennato, nei confronti del mio predecessore Benedetto XVI. A lui desidero rivolgere in questo momento il nostro pensiero e il nostro affetto, nel ricordo della sua visita al Quirinale (4 ottobre 2008, ndr.), che in quell'occasione egli definì 'simbolica casa di tutti gli italiani'».

BUSSO IDEALMENTE A TUTI ITALIANI - Il Papa ha concluso: «Rendendole visita in questo luogo così carico di simboli e di storia, vorrei idealmente bussare alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo».