26 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Immobili degli enti non commerciali

La CEI «benedice» Monti che salva le scuole dall'IMU

Il Premier in Senato chiarisce l'emendamento, ok unanime alla commissione. Avvenire: le parole di Monti «vanno nella direzione giusta» perché «non ha senso tassare attività che hanno chiara rilevanza pubblica e sociale»

ROMA - Un approccio scevro da «pregiudizi ideologici», per arrivare ad una soluzione «chiara e univoca» della questione: ad essere esentati dall'Imu saranno quegli immobili degli enti non commerciali dove si svolgono attività effettivamente no profit. Il premier Mario Monti si presenta di persona nella commissione Industria del Senato - prima volta per un premier in sede referente - e chiude così la questione Ici/Imu. Soluzione che riceve il plauso della Cei, rassicurata sul fronte delle scuole dopo l'allarme lanciato dagli ordini religiosi più attivi nella didattica, e il plauso delle forze politiche che all'unanimità - Lega compresa - votano l'emendamento. Atteggiamento che non le risparmia da una frecciata di Monti: «La materia non era facile e forse per qualche ragione non era mai stata affrontata nei molti anni in cui era pur stata vista come un tema che sarebbe stato opportuno chiarire».

Alla fine, è stato il governo dei tecnici a mettere un punto fermo, interpretando nella versione finale «una preoccupazione diffusa» sulla materia. E salvando così le scuole private, a condizione che siano paritarie, non discriminatorie e soprattutto «senza alcun dubbio» a finalità non lucrativa, con gli utili che devono essere reinvestiti. Si chiude così la procedura d'infrazione da parte della Ue: «Informalmente», rivela Monti, la commissione europea ha dato la sua «assicurazione che la procedura possa essere chiusa». E la speranza è che siano chiuse anche le «polemiche e interpretazioni distorte» che rischiavano di sorgere sulla materia. Così sembrerebbe, a guardare l'unanimità del voto e i commenti degli esponenti politici. A partire da quelli del Pdl, che avevano chiesto al premier un'interpretazione 'autentica' della norma prima di dare il loro voto favorevole: plaudono Maurizio Gasparri e Maurizio Lupi, soprattutto perchè il governo «ha chiarito che le scuole che svolgono un servizio pubblico e sono gestite da privati no profit non pagheranno l'Ici».

E plaude anche la Conferenza episcopale, all'annuncio di Monti. Per il presidente della commissione episcopale per l'educazione cattolica, le scuole e le università, mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza, subito rilanciato dal sito di Avvenire, le parole del premier «vanno nella direzione giusta» perché «non ha senso tassare attività che hanno chiara rilevanza pubblica e sociale». Lo stesso quotidiano della Cei, del resto, aveva titolato perentorio: «Non toccate il no profit» ed aveva messo in guardia dal rischio che per le scuole paritarie «che svolgono un servizio pubblico» un'imposta in più rappresenterebbe «il colpo di grazia». I dubbi più vocali, di fronte al primo annuncio di una nuova disciplina delle esenzioni Imu, erano stati pronunciati dai salesiani. E ancora oggi serpeggia qualche perplessità. L'associazione che riunisce le scuole cattoliche (Fidae) accusa che «la questione dell'Ici è stata affrontata con presupposti marcatamente ideologici» e afferma che le scuole paritarie «per certi aspetti siamo gestiti da enti no-profit», ma per altri aspetti risultano «attività commerciali». Non solo. Su tutt'altro ambito, la nuova disciplina dell'imposta immobiliare, a differenza della legge sull'Ici, non prevede agevolazioni fiscali per gli edifici di interesse storico, artistico e archeologico, non raramente di proprietà ecclesiastica. Ma questo, per il mondo cattolico, è un altro capitolo. Per oggi bastano le rassicuranti parole di Monti sulle scuole paritarie.