Siria, la Camera approva mozione del governo per una soluzione politica
Bonino: «Nessun intervento lampo o mirato, senza avvallo Onu». Letta: «Convinto ci sia spazio per alternativa a guerra». Epifani: «Finalmente Parlamento è tornato a contare»
BONINO, NO GUERRA SENZA ONU - Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, non è d'accordo su interventi «lampo» o «mirati» in Siria anche senza avvallo dell'Onu, come prospettato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Bonino ha spiegato a Radio 24: «Non credo che sia possibile, lo ripeto, al di là di una delibera del consiglio di sicurezza, questa è la linea che abbiamo sempre tenuto ed è la linea che dobbiamo assolutamente confermare».
Il ministro ha comunque ricordato la sua vicinanza agli Usa: «Credo di avere dimostrato in tutta la vita come io ritenga che l'alleanza con gli Stati Uniti sia un'alleanza strategica». Bonino ha proseguito: «Come ha detto il presidente Enrico Letta, avere un'opinione diversa sul tipo di reazione, su episodi che noi condanniamo con la stessa fermezza e determinazione, non ha nulla a che vedere con anti-mericanismi».
IN SIRIA BUONI E CATTIVI IN ENTRAMBI FRONTI - In Siria la situazione del conflitto non è certamente sintetizzabile con la frase «il regime contro i 'buoni'» ha dichiarato il ministro.
«Come ho detto anche in Parlamento, certamente la Siria è fortissimamente infiltrata da gruppi qaedisti, jihadisti e anche di criminalità 'normale', come spesso avviene nelle guerre civili», ha spiegato Bonino. Secondo il ministro, c'è «chi traffica in armi, chi usa i sequestri anche al fine di posizionamento politico», e la «situazione non è il regime contro i 'buoni'. La stessa opposizione è molto composita, molto complessa e fortissimamente infiltrata», ha insistito la titolare della Farnesina.
LETTA, C'E' ANCORA OPZIONE POLITICA - Il premier Enrico Letta, intervenuto al dibattito alla Camera su Damasco, è ancora convinto che «uno spazio per una soluzione alternativa» all'intervento militare «esiste ancora». «Ora metteremo in atto ancora più sforzi perché il Consiglio di Sicurezza dell'Onu riesca ad adottare misure decisive per la deterrenza» riguardo all'uso delle armi chimiche in Siria, ha detto Letta. Secondo il primo ministro è arrivato «qualche segnale incoraggiante, come la proposta della Russia sul controllo dell'arsenale chimico siriano. Dunque una soluzione politica resta possibile. E pur senza condonare il passato, la priorità ora è evitare che si ripeta l'uso delle armi chimiche».
Comunque ha aggiunto Letta: «Non voglio farmi illusioni la strada diplomatica resta in salita e per conquistare consistenza sono necessarie garanzie e verifica, si tratta di una strada da battere con determinazione e buona volontà ma che rispetta gli auspici dell'Italia». Il premier ha poi spiegato: «Restiamo convinti che nessuna parte sarebbe in grado di prevalere né di stabilizzare il Paese, perciò la soluzione politica negoziata è l'unica soluzione praticabile per la regione».
SANZIONARE USO ARMI CHIMICHE - La prima urgenza, ha ribadito il capo del governo, è «sanzionare l'uso delle armi chimiche, consapevoli che un collasso della situazione andrebbe a vantaggio del fondamentalismo integralista. Partirò per New York con il ministro Bonino per partecipare all'assemblea dell'Onu e lì - ha annunciato - rilanceremo la scelta italiana di dare centralità all'Onu, sarà l'occasione per far fare passi avanti al percorso di pace intrapreso».
La comunità internazionale, ha detto Letta, «deve assumere in pieno le responsabilità che le sono proprie.
Adottare subito misure di deterrenza per impedire l'uso di questi strumenti di morte, banditi dal diritto ma anche delle coscienza». Al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, è la convinzione di Letta, «esiste ancora lo spazio angusto ma percorribile per impedire l'uso delle armi chimiche attraverso sanzioni dure e misure di deterrenza che però non passino attraverso l'intervento militare. Dobbiamo percorrerlo questo spazio, e il nostro governo sta lavorando in ogni sede per questo».
ITALIA AUMENTA AIUTI UMANITARI - L'Italia ha l'intenzione di aumentare il sostegno e i fondi per l'emergenza umanitaria che la crisi siriana ha aperto, ha detto il presidente del Consiglio. «A San Pietroburgo con alcuni paesi alleati, Regno Unito, Francia, Canada e Giappone abbiamo stabilito di aumentare subito fondi per i profughi - ha spiegato Letta -. Abbiamo anche deciso di intervenire sul piano sanitario e di esserci e dare un forte contributo con uno stanziamento da parte del governo italiano di 50 milioni di dollari per l'emergenza, ma se ci sarà spazio in parlamento per rendere questa cifra ancora più ingente il governo sarà soddisfatto. Daremo anche pieno sostegno alle agenzie umanitarie dell'Onu: dobbiamo alleviare sofferenze in Siria e negli Stati vicini».
Intanto la Camera ha approvato la mozione di maggioranza (primi firmatari Speranza, Brunetta, Dellai e Pisicchio) sulla crisi siriana.
CAMERA APPROVA MOZIONE MAGGIORANZA - Il governo, si è impegnato in primo luogo, a «svolgere, ancor più alla luce dei recentissimi sviluppi, un ruolo proattivo per favorire e rendere possibile una soluzione politica della crisi e un negoziato tra le parti; a sostenere l'iniziativa volta a far emergere, a mettere sotto controllo internazionale e a neutralizzare l'arsenale chimico siriano, con l'obiettivo irrinunciabile che non possa essere nuovamente usato, confidando che una risoluzione in tal senso sia presto adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».
E' passata anche la risoluzione del Partito socialista italiano (Psi), su cui il governo aveva dato parere favorevole. Respinte invece le mozioni del Movimento 5 Stelle (M5s), così come quelle di Sinistra ecologia e libertà (Sel) , Fratelli d'Italia (Fdi) e della Lega.
PDL, BASTA EQUILIBRISMI TATTICI - «Questo sia l'ultimo campanello d'allarme per la comunità internazionale sulla crisi siriana: è giunto il momento di riprendere il processo negoziale avviato a Ginevra, mettendo al primo posto il futuro della Siria e del suo popolo». Ha detto Deborah Bergamini, capogruppo del PdL in commissione Esteri alla Camera, intervenendo in aula a Montecitorio a sostegno della mozione di maggioranza durante il dibattito sulla crisi siriana.
PD, FINALMENTE PARLAMENTO HA RUOLO FONDAMENTALE - Il Parlamento è tornato a svolgere un ruolo fondamentale in questa crisi siriana e quello italiano sosterrà il governo nella scelta fatta di insistere per una soluzione politica. Lo ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, intervenendo a Montecitorio.
Epifani ha sottolineato infatti «il ruolo che le assemblee legislative e i parlamenti hanno avuto in queste settimane, a Londra, in Usa, in Francia, sono stati aspetti significativi e fondamentali dell'evoluzione della crisi, insieme all'altissimo appello del Santo Padre espresso in forme e modalità inedite e condivisibili. Torna a noi al parlamento italiano rafforzare le ragioni e dire al governo che ha il sostegno convinto del Parlamento».
M5S, ITALIA GUIDI SCENARI PACE IN MEDIO ORIENTE - «L'approdo in Aula della ratifica del Trattato sul commercio delle armi è un successo per il nostro Paese, che può così diventare il riferimento per una reale svolta pacifista nei troppo numerosi scenari di guerra oggi presenti in tutto il mondo». I deputati del M5S in commissione Esteri hanno rivendicato un risultato importante che nasce dall'approvazione nella stessa commissione di una risoluzione che impegnava il governo a ratificare il trattato, con il voto dell'Aula.
LEGA, RITIRIAMO ANCHE TRUPPE LIBANO - «Con la firma che ha posto al documento di San Pietroburgo durante il G20, modificando peraltro la posizione precedentemente espressa dal ministro Emma Boninno, il presidente Letta ha esposto mille 100 soldati italiani che si trovano in Libano (Paese confinante con la Siria, ndr) alle possibili rappresaglie degli Hezbollah qualora il contesto siriano dovesse sfociare in un conflitto. La Lega Nord chiede al governo di valutare questo enorme pericolo e di cogliere l'occasione per ritirare immediatamente il contingente che noi abbiamo in Libano al fine di non esporre mille 100 persone a rischi incalcolabili». Così in Aula il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, Gianluca Pini, intervenendo durante l'esame delle mozioni sulla Siria.
FDI, NO A GUERRA ANCHE CON ONU - «Il gruppo di Fratelli d'Italia ritiene che l'ipotesi di un intervento armato in Siria, anche indiretto con l'impiego delle nostre basi e del nostro spazio aereo, sia improponibile e scellerata. Per noi, neanche l'intervento dell'Onu sarebbe sufficiente per giustificare una guerra che sarebbe nefasta per la stabilità internazionale». E' quanto ha dichiarato alla Camera Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia e membro dell'ufficio di Presidenza, durante il dibattito in Aula sulla situazione in Siria.
PERICOLO PER CRISTIANI E NOSTRI SOLDATI IN LIBANO - «Un intervento militare inoltre - ha continuato Cirielli - potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza della comunità cristiana di Siria, sotto attacco da parte delle milizie fondamentaliste, mentre i nostri militari in Libano verrebbero catapultati in uno scenario di guerra. Invitiamo quindi il governo - ha concluso Cirielli - a non prevedere un nostro appoggio, neanche indiretto, a qualunque opzione militare».
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