Giunta del Senato, il Pdl insiste «Governo a rischio»
Alfano: «Esterrefatto, dal Pd preferiscono mettere in ginocchio il Paese». Schifani: «Con muro contro muro non si può parlare più di maggioranza». Malan «Presenterò quarta pregiudiziale». Gasparri: «C'è spazio per la grazia del Quirinale»
ROMA - Il Popolo della libertà (Pdl) non ha accolto con favore la prima seduta della Giunta per le elezioni del Senato, chiamata a pronunciarsi sull'agibilità politica di Silvio Berlusconi, e ha annunciato una sempre più probabile crisi di governo.
ALFANO, PER ELIMINARE BERLUSCONI PD METTE PAESE IN GINOCCHIO - Il segretario del Popolo della libertà (Pdl), Angelino Alfano ha detto: «Siamo esterrefatti per il comportamento del Partito Democratico (Pd), ieri, in Giunta». Alfano ha spiegato che pur di «eliminare per via giudiziaria lo storico nemico politico, preferiscono mettere in ginocchio il Paese, applicando retroattivamente, in fretta e furia, una norma che ormai innumerevoli giuristi, personalità neutre e di sereno giudizio, ritengono pacificamente irretroattiva. Tutto ciò è davvero incredibile oltre che insopportabile».
SCHIFANI, SE MURO CONTRO MURO STOP A MAGGIORANZA - Intanto sulla prima seduta della Giunta sono intervenuti in molti nel Pdl. Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, ha detto: «Dalla giunta provengono segnali di muro contro muro. Un inaccettabile atteggiamento da parte del Pd e del Movimento 5 Stelle (M5s) che addirittura intendono votare entro domani contro le pregiudiziali approfondite e dettagliate formulate dal relatore. Se dovesse succedere questo, non credo che si potrebbe più parlare di maggioranza a sostegno del governo».
Il concetto è stato ribadito dal capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Renato Brunetta, in un'intervista ad 'Uno Mattina', su Rai Uno: «Se il Pd assieme ai grillini decide, già questa sera, di votare contro le pregiudiziali del relatore Augello, il Partito democratico fa decadere il governo Letta, molto semplicemente. Non fa decadere il senatore Berlusconi, perché rompe la maggioranza». Brunetta a continuato: «Se il Pd vota assieme a Grillo e assieme a Sel, è il Pd che prende una decisione politica di eliminare politicamente il leader del partito di maggioranza relativa che è Berlusconi, a prescindere da qualsiasi valutazione giuridica».
BRUNETTA, SE FUORI DA COSTITUZIONE FINE GOVERNO - La Giunta per le elezioni «o è un organo giurisdizionale, come un collegio di tribunale, e allora dovrebbe prendersi il suo tempo, avere i dubbi - ha sostenuto il deputato - valutare, leggere le carte, oppure si comporta in maniera politica. Se decide di comportarsi in maniera politica e di dire poche storie, fuori Berlusconi dalla vita politica, in maniera politica, fuori dal diritto, fuori dalla Costituzione, fuori dai dubbi che sono stati espressi, evidentemente prende una decisione politica, rompe la maggioranza e a questo punto manda a casa, il Pd manda a casa il governo Letta».
GASPARRI, C'E' ANCORA SPAZIO PER GRAZIA - Il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Pdl) non ha seguito i toni battaglieri dei suoi colleghi di partito, ma, ai microfoni di Radio anch'io, ha ricordato la possibilità di una grazia da parte del Quirinale. «Io penso che la grazia sarebbe una delle soluzioni. Anche per consentire al presidente della Repubblica di svolgere quelle riflessioni che per la verità ha avviato con quella nota del 13 agosto in cui non è che escludeva determinate soluzioni. Lo spazio c'è e ci sono tutte le giustificazioni».
«C'è stata una polemica la scorsa estate - ha ricordato - per la concessione della grazia a un colonnello degli Stati Uniti dal nome italiano, si chiama Romano, condannato per la vicenda Abu Omar. Il presidente ci ha tenuto a precisare che la grazia è stata concessa seguendo le procedure. Benissimo. C'è stato un avvocato che secondo la legge ha scritto una lettera di perorazione, però il colonnello Romano non stava in Italia, non ha scontato neanche un giorno di condanna credo che ci sia stato qualche appello di natura politica da parte degli Stati Uniti. Insomma per dire che di valutazioni politiche in alcuni casi il presidente della Repubblica ne ha fatte».
MALAN, PRESENTO QUARTA PREGIUDIZIALE - Quanto alla prossima seduta in Senato della Giunta per le elezioni, il senatore del Pdl Lucio Malan ha annunciato che presenterà una nuova pregiudiziale, in aggiunta alle tre depositate dal relatore Andrea Augello: «Presenterò una quarta pregiudiziale che sarà votata insieme alle altre tre di Augello».
Malan ha spiegato che nella sua pregiudiziale pone «la questione sulla amministratività della decadenza che, secondo me, è assurda visto che la pena deriva dalla commissione di un reato e va quindi considerata penale. La decadenza è afflittiva quanto il carcere. Inoltre ricordo un precedente per cui l'Italia trattando amministrativamente una pena ritenuta invece penale dalla Corte Ue è stata condannata a una severissima penale. Sussiste un contrasto tra l'incandidabilità per sei anni e l'articolo 27 della Costituzione secondo cui la pena deve mirare alla rieducazione del reo, senza porre il marchio dell'infamia».
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