28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Giustizia | Ineleggibilità Berlusconi

Stefano: «Il 2 luglio abbiamo escluso ricorso a Corte Costituzionale. Impossibile che si cambi»

Il presidente della Giunta delle elezioni del Senato: «Il voto sulla decadenza dipenderà dalla proposta dei relatori». Schifani (Pdl): «Siamo preoccupati, dichiarazioni non consone al ruolo di terzietà ed equilibrio di un delicatissimo organo di garanzia»

ROMA - In attesa della discussione in Giunta delle elezioni del Senato sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, il presidente della Giunta, Dario Stefano ha detto la sua ad Affaritaliani.it: «Il 2 luglio scorso la Giunta si è autodeterminata a non essere deputata a ricorrere alla Corte Costituzionale. Ora è impossibile immaginare che la Giunta possa smentire se stessa a distanza di soli due mesi».
Sui tempi del voto sulla decadenza di Berlusconi, Stefano ha affermato: «Dipenderà dalla proposta dei relatori e dal calendario della Giunta che verrà stabilito nella riunione dell'ufficio di presidenza del 4 settembre».

SCHIFANI (PDL), STEFANO RISPETTI SUO RUOLO - Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani ha replicato a Stefano: «Le continue dichiarazioni del senatore Stefano, sia sui tempi dei lavori della Giunta che sul merito delle sue decisioni, ci preoccupano non poco. Esse infatti non sembrano consone al ruolo di terzietà ed equilibrio al quale Stefano è stato chiamato come presidente di un delicatissimo organo di garanzia». Schifani ha quindi invitato il residente della Giunta a «maggior prudenza» e ad «abbandonare tempestivamente le sue posizioni, per evitare che i lavori della Giunta possano essere ulteriormente complicati rispetto al già acceso clima politico che si registra attorno a questa vicenda».
Il vice-presidente del Senato Maurizio Gasparri ha aggiunto: «Ci aspettiamo che la Giunta per le elezioni del Senato faccia un serio approfondimento per scongiurare azzardate applicazioni retroattive della legge Severino. Ma se il suo stesso presidente in queste settimane non lesina interviste e dichiarazioni in cui prende posizioni nette e prescinde dal ruolo di terzietà, è evidente che la situazione si complica». Dunque, ha affermato Gasparri: «Bene ha fatto il nostro capogruppo al Senato Schifani a sottolineare in maniera ineccepibile quello che è a tutti chiaro».
Ovvero, secondo il senatore «c'è un atteggiamento pregiudiziale e vendicativo che anima molti, in totale spregio delle ragioni del diritto e della democrazia. Abbiamo chiesto di riflettere su una evidenza giuridica. E il presidente della Giunta dovrebbe garantirlo, prima ancora di rilasciare interviste. Non è solo una questione di solidarietà verso il leader del Pdl e del centrodestra, ma di difesa dei principi di libertà e legalità».

ALFANO (PDL), E' QUESTIONE TECNICA NON POLITICA - Il ministro dell'Interno Angelino Alfano, a margine della commemorazione del generale Dalla Chiesa a Palermo non è entrato nello specifico, ma ha lanciato un appello al Pd: «Ci auguriamo che da parte di tutti, soprattutto del Partito democratico (Pd) vi sia un approfondimento giuridico e un approccio giuridico alla vicenda» della discussione sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.
«Noi vorremmo che non fosse trattata come si può trattare la vicenda del principale avversario politico di questi venti anni - ha aggiunto Alfano -. Noi chiediamo uno studio, un approfondimento giuridico e chiediamo che la vicenda venga trattata nella sua essenza tecnica, escludendo tutti gli aspetti politici che hanno caratterizzato questi venti anni».

LEVA (PD), GIUNTA NON E' QUARTO GRADO - «Berlusconi è stato condannato dopo tre gradi di giudizio e non si può pensare di trasformare la Giunta in un organo di quarto grado. La Giunta svolgerà il suo lavoro con attenzione, rispetto e senza prevenzioni ma le sentenze si rispettano e non si possono cercare scappatoie ad personam che hanno come unico effetto quello di terremotare l'intero sistema giuridico». Lo ha ribadito Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd.

DE PRETIS (SEL), DA PDL CRITICHE STRUMENTALI CONTRO STEFANO - «Le critiche del senatore Schifani rivolte all'indirizzo del presidente della Giunta per le elezioni e le autorizzazioni del Senato, Dario Stefano, sono destituite di ogni fondamento». Questo è quanto ha scritto la senatrice Loredana De Pretis, capogruppo di Sinistra ecologia e libertà (Sel) e presidente del gruppo Misto a palazzo Madama.
«Sin dall'inizio di questa vicenda il presidente della Giunta, ha continuato De Pretis, ha mantenuto un atteggiamento rigorosamente imparziale, limitandosi a fornire all'opinione pubblica, comprensibilmente interessata alla questione, chiarimenti tecnici volti ad evitare che si ingenerassero equivoci e confusione. Ricordo a tutti - ha proseguito la senatrice di Sel - che è stato proprio Dario Stefano a chiedere in agosto che si mettesse fine alla tempesta di chiacchiere e voci in libertà che rischiava, quella sì, di confondere l'opinione pubblica e condizionare l'operato della Giunta».
«Confermiamo pertanto la nostra stima e il nostro apprezzamento per il lavoro, da tutti riconosciuto, che sta svolgendo il senatore Stefano e respingiamo al mittente le critiche del tutto strumentali lanciate dal Pdl».