11 ottobre 2024
Aggiornato 05:00
Salute

Ora legale, sul sonno incide di più la crisi economica

«I presunti effetti sfavorevoli legati all'introduzione dell'ora legale sono ormai più un vezzo che un vero problema. La questione dell'adeguamento nel nostro orologio biologico all'ora legale è infatti meno complessa e negativa di quello che si voglia»

ROMA - Almeno per quanto riguarda gli effetti sul sonno sono «bocciati» gli avversari dell'ora legale, che da domenica prossima ci accompagnerà fino al 27 ottobre. «I presunti effetti sfavorevoli legati all'introduzione dell'ora legale sono ormai più un vezzo che un vero problema. La questione dell'adeguamento nel nostro orologio biologico all'ora legale, che si ripropone, spesso polemicamente, non appena la nuova ora subentra a quella solare modificando temporaneamente alcune abitudini quotidiane, è infatti meno complessa e negativa di quello che si voglia far credere». A ridimensionare gli allarmi è il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus.

«Pur esistendo la necessità che corpo e cervello, e con essi il nostro modus vivendi, si adeguino all'orologio convenzionale, controindicazioni e possibili effetti negativi non solo sono trascurabili, ma anche di breve durata», ha detto Peverini rilevando che «purtroppo i ritmi quotidiani attuali, sempre più frenetici ed ansiogeni, i ripetuti spostamenti in aree urbane trafficate, la stessa complessità della vita di relazione e del mondo del lavoro ci hanno abituato a continui e spesso repentini cambiamenti delle nostre consuetudini. Ci hanno assuefatto a convivere con dosi elevate di stress e a trovare rapidamente soluzione a molte situazioni critiche. Per cui lo slittamento di un'ora delle lancette dell'orologio rientra, anzi ricade, in questi sopportabili 'scossoni quotidiani'».

Con l'aggiunta, ha detto l'esperto, che «questi non sono mutamenti individuali, ma collettivi. Per cui, intorno a noi, tutti si muovono e operano secondo le nuove condizioni orarie, facendoci così sentire nel sistema e non solitarie vittime del nuovo orario».

Il prof. Peverini ha annotato che «la recente ma sommessa celebrazione della Sesta Giornata Mondiale del Sonno, celebrata il 15 marzo, ha consentito di porre maggiore attenzione ad altri e più rilevanti temi legati al sonno, quali l'insonnia autoindotta, ad esempio per lavorare di più nel timore di perdere il proprio lavoro, l'aumento oggettivo dell'insonnia nei Paesi colpiti da crisi economica, la costante e pericolosa diminuzione della durata del sonno dei bambini e degli adolescenti che tendono a restare svegli fino a tardi a causa dell'eccesso di uso di tv, computer, videogiochi. O, soprattutto negli adulti, all'abuso della notte per vivere nei social network, lo stillicidio delle morti per colpo di sonno alla guida di autoveicoli. Il 30 % degli studenti presenta un debito di sonno pari a quello dei lavoratori turnisti (Bess Austin - 2007). Il 12,5 % dei conducenti di mezzi pesanti lamenta una privazione di sonno fino a 3 ore per notte (Long Distance Driving - Philip et al.)».

Quindi, ha concluso l'esperto, «lievi difficoltà dei primi due o tre giorni ad adattarsi all'ora legale sono ampiamente compensate dai vantaggi, a partire dal disporre un'ora in più di luce: 60 minuti in più a nostra disposizione. Oltre ai noti e irrinunciabili benefici del risparmio energetico».