20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Giustizia | Scandalo sanità lombarda

Maroni alle prese con l'arresto di Boriani

Non ha fatto ancora in tempo ad insediarsi alla guida della Regione che il neo eletto Roberto Maroni si è ritrovato a invocare giustizia in tempi rapidi e stupore per un'inchiesta che, al di là del merito, è stata accostata giocoforza in qualche modo alla Lega, visto il ruolo di Boriani, che ha lasciato la guida del quotidiano di via Bellerio un paio d'anni fa

MILANO - «Cominciamo bene...». Dopo la notizia dell'arresto con l'accusa di corruzione nell'ambito della Sanità lombarda dell'ex direttore della Padania Leonardo Boriani e di altre 6 persone, era questo il commento a caldo che circolava stamattina negli ambienti di centrodestra e leghista in regione Lombardia.

Non ha fatto ancora in tempo ad insediarsi alla guida della Regione che il neo eletto Roberto Maroni si è ritrovato a invocare giustizia in tempi rapidi e stupore per un'inchiesta che, al di là del merito, è stata accostata giocoforza in qualche modo alla Lega, visto il ruolo di Boriani, che ha lasciato la guida del quotidiano di via Bellerio un paio d'anni fa. Maroni ha reagito rilanciando il suo nuovo corso sul fronte della lotta all'illegalità: prima si è detto «molto sorpreso» per il coinvolgimento di Boriani nell'indagine per corruzione connessa ad appalti per le forniture ospedaliere lombarde; poi, sul fronte politico nazionale, ha evitato di solidarizzare con l'alleato Berlusconi, con un distaccato commento sulla manifestazione di protesta dei parlamentari del Pdl contro le visite fiscali decise dalla magistratura: «E' stata una manifestazione del Pdl», si è limitato a dire Maroni a chi gli ha chiesto un commento sulla vicenda.

Chi è vicino al leader del Carroccio fa notare che Maroni, che tra i leghisti si è sempre distinto per un profilo più istituzionale, non ha interesse in questo momento a solidarizzare apertamente con una battaglia che rischia di trasformarsi un feroce scontro tra poteri dello Stato, e che Berlusconi e il pdl, questa è la valutazione, stanno portando avanti per motivi personali più che politici. La Lega «ha altro a cui pensare», viene spiegato. E se Maroni non vuole farsi trascinare in uno scontro con la magistratura per «affari esterni» alla Lega, la sua freddezza che viene letta, in prospettiva, anche come un segnale che il futuro partito di centrodestra «al di là della Lega» che Maroni ha in mente sarà senza l'ex premier, che «non è certo il futuro».

Riguardo l'arresto di Boriani, i leghisti citano la Dia e sottolineano che l'inchiesta non riguarda in alcun modo la funzione precedentemente svolta dall'ex direttore né la Lega né la l'assessorato alla Sanità. Boriani arrivò al quotidiano leghista assieme a Gianluigi Paragone, all'epoca in cui l'attuale conduttore dell'«Ultima parola» era direttore. Ma la sua figura è sempre stata considerata da «uomo di macchina» più che svolgere la funzione di direzione politica.

La nuova inchiesta sulla Sanità lombarda è stata colta da Maroni per ribadire l'intenzione di fare pulizia: una vicenda, ha detto oggi, che «mi pone l'obbligo, da governatore, di far luce su tutte queste vicende per garantire una gestione della sanità limpida e trasparente, oltre che efficiente. Sarà questo il primo compito che porterò alla prima riunione di Giunta della prossima settimana». Esattamente la richiesta che è giunta anche dall'opposizione: «Maroni faccia una battaglia senza quartiere contro la corruzione, sia come neo presidente della Regione che come segretario della Lega nord ancora una volta coinvolta in un'inchiesta», ha detto oggi il responsabile Sicurezza del Partito Democratico Emanuele Fiano. Umberto Ambrosoli ha auspicato che«Maroni faccia un gesto di discontinuità e di verità. Dall'opposizione siamo pronti a spronarlo affinché resista a tutte le pressioni che gli stanno scaricando addosso i 'signori della sanità».