14 giugno 2025
Aggiornato 01:00
Domani la richiesta di condanna

Delitto Scazzi, secondo il PM Sabrina e Cosima hanno agito di impeto insieme

Il pubblico ministero Mariano Buccoliero ha quasi terminato la sua lunghissima requisitoria, iniziata da due udienze al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne strangolata ad Avetrana il 26 agosto del 2010

TARANTO - Il pubblico ministero Mariano Buccoliero ha quasi terminato la sua lunghissima requisitoria, iniziata da due udienze al processo per l'omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne strangolata ad Avetrana il 26 agosto del 2010. Domani il pm chiuderà la lunga descrizione di fatti e comportamenti dei diversi imputati occupandosi della posizione di Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e cugino di Michele Misseri, insieme a lui accusati della soppressione del cadavere della quindicenne. Poi prenderà la parola il procuratore aggiunto Pietro Argentino ed infine i pm presenteranno il conto per i nove imputati. Probabilmente verrà chiesta la stessa condanna per Cosima e Sabrina, entrambe accusate dell'omicidio volontario e del sequestro di persona.

I MISSERI HANNO MENTITO - Secondo il pm le due donne hanno agito di impeto insieme. L'una poteva fermare l'altra e non accadde. Probabilmente, al contrario, l'una ha aiutato l'altra tenendo ferma la ragazzina. Il pm ha puntellato la tesi accusatoria con intercettazioni, tabulati telefonici, risultati delle perizie dei Ris e dei Ros, testimonianze, soprattutto smentendo quanto dichiarato da Michele e Sabrina Misseri in ogni momento della vicenda.
Per il pm i Misseri hanno mentito sempre e su tutto e sono smentiti da una mole impressionante di dati emersi dal dibattimento. Sarah era in intimità con la cugina, raccoglieva confidenze anche di natura sessuale e probabilmente alla base del delitto, c'è anche il timore che dopo il litigio scoppiato intorno alle 14:00 del 26 agosto in casa Misseri, Sarah tornasse a casa e raccontasse in famiglia alcuni episodi scabrosi che avrebbero rovinato l'immagine della famiglia Misseri. Michele Misseri non è riuscito a tenere il segreto, ha fatto ritrovare il cellulare della nipote ed intercettato durante un soliloquio nella sua auto, poco prima di portare i carabinieri nel luogo dove ha nascosto il corpo, confessa di non credere alla versione che le donne di casa gli hanno rivelato. L'undici marzo interverranno a processo gli avvocati delle parti civili. Yta