Il 15 marzo si apre la XVII legislatura
Nel giro di un mese il nuovo Parlamento eleggerà i presidenti, voterà la fiducia al nuovo governo ed eleggerà il nuovo presidente della Repubblica. Queste le tappe principali
ROMA - La XVII legislatura inizierà il 15 marzo con la prima riunione delle nuove Camere. Nel giro di un mese il nuovo Parlamento eleggerà i presidenti, voterà la fiducia al nuovo governo ed eleggerà il nuovo presidente della Repubblica.
Queste le tappe principali:
Costituzione di un ufficio di presidenza provvisorio. Le prime sedute che porteranno all'elezione dei presidenti delle Camere saranno presiedute a Palazzo Madama dal senatore più anziano d'età, a Montecitorio dal deputato più anziano per elezione tra i vicepresidenti della legislatura precedente.
Elezione del presidente del Senato e della Camera. Entrambe avvengono a scrutinio segreto. Per quanto riguarda la seconda carica dello Stato, il regolamento di Palazzo Madama stabilisce che sia eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Se nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età. A Montecitorio per eleggere al primo scrutinio il presidente serve la maggioranza dei due terzi dei componenti la Camera. Dal secondo scrutinio è richiesta la maggioranza dei due terzi dei voti computando tra i voti anche le schede bianche. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.
Costituzione dei gruppi parlamentari. Entro tre giorni dalla prima seduta, ogni senatore è tenuto ad indicare alla presidenza del Senato il gruppo del quale intende far parte. Alla Camera entro due giorni. Per costituire a Palazzo Madama un gruppo parlamentare servono minimo dieci senatori, a Montecitorio venti deputati. Ogni gruppo elegge un presidente e dei vicepresidenti.
Elezione dell'ufficio di presidenza. Al Senato si chiama Consiglio di presidenza ma in entrambe le Camere gli organismi sono composti da quattro vicepresidenti. I Questori a Montecitorio sono tre, a Palazzo Madama due. Poi ci sono i segretari. Anche in questo caso l'elezione avviene a scrutinio segreto.
Formazione delle Commissioni. L'ultimo adempimento di inizio legislatura riguarda la formazione delle Commissioni permanenti. Ciascun Gruppo, entro cinque giorni dalla propria costituzione, procede alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole Commissioni.
Consultazioni. Avvenuta la formazione dei gruppi parlamentari il presidente della Repubblica può dare il via alle consultazioni per la designazione del presidente del Consiglio. Il capo dello Stato ascolta i presidenti delle Camere; gli ex presidenti della Repubblica, le delegazioni politiche (capigruppo e capi delle coalizioni).
L'incarico. Il Presidente conferisce l'incarico direttamente alla personalità che, per indicazione dei gruppi di maggioranza, può costituire un governo ed ottenere la fiducia dal Parlamento.
Formazione del governo, giuramento e fiducia. Il presidente del Consiglio incaricato, che di norma accetta con riserva, dopo un breve giro di consultazioni si reca nuovamente dal capo dello Stato per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva. Subito dopo lo scioglimento della riserva c'è la firma e la controfirma dei decreti di nomina del capo dell'Esecutivo e dei ministri che prima di assumere le funzioni devono prestare giuramento. Entro dieci giorni dal decreto di nomina, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia.
Elezione del presidente della Repubblica. Il 15 aprile verrà convocato il Parlamento in seduta comune e i delegati regionali per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il quorum da raggiungere nella prima e nella seconda seduta è dei due terzi dei grandi elettori, dalla terza volta il quorum scende alla maggioranza degli elettori più uno. Il 14 maggio 2013 scade il mandato del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.