17 gennaio 2025
Aggiornato 22:00
Elezioni 2013

Monti: «Governo contro il populismo»

In conferenza stampa non lo dice, spiega che tocca al Capo dello Stato individuare il possibile percorso. Ma quella frase pronunciata da Mario Monti, «Va assicurato un governo al Paese», significa solo una cosa: grande coalizione

ROMA - In conferenza stampa non lo dice, spiega che tocca al Capo dello Stato individuare il possibile percorso. Ma quella frase pronunciata da Mario Monti, «Va assicurato un governo al Paese», significa solo una cosa: grande coalizione. E' questa l'unica strada che a Scelta Civica reputano possibile per formare un governo, ed è in questo quadro che acquista senso un'altra frase di Monti: «Credo che, considerando il quadro attuale, Scelta civica abbia acquisito se possibile anche più rilievo». Perchè la convinzione è che Beppe Grillo rifiuterà l'offerta del Pd, e che Silvio Berlusconi accetterà di sedersi al tavolo delle larghe intese.

I risultati del voto il Professore li ha valutati a palazzo Chigi, insieme ad Andrea Riccardi, Mario Sechi, Andrea Romano, Enrico Bondi. Poi la decisione di convoncare la conferenza stampa: alle 9,30, ma in realtà i giornalisti hanno dovuto attendere fino alle 22,40 prima che Monti si mostrasse. Prima i ringraziamenti agli elettori, ai candidati, ai volontari, e la valutazione «soddisfacente» del dato di Scelta Civica: sopra la soglia del 10% alla Camera, sopra l'8% al Senato in alcune regioni con una pattuglia tra i 15 e i 20 senatori. Molto al di sotto delle attese, riconoscono dal movimento, ma «abbastanza per giocare un ruolo», come dice anche lo stesso Monti in conferenza stampa, e abbastanza perchè Scelta Civica «da domani diventi una struttura destinata a durare».

Poi l'introduzione di Monti affronta il tema centrale: «Un governo al Paese va comunque garantito». Certo, «è prematuro ipotizzare qualunque soluzione», ma «va assicurato un governo alla luce del sole, con trasparenza: siamo di fronte a una responsabilità molto grave». Alla domanda se si prospettino larghe intese, Monti risponde istituzionalmente: «Ogni ipotesi è prematura, spetta al capo dello Stato indicare la strada, sarebbe inopportuna ogni mia ipotesi». Per poi precisare: «E' importante garantire governabilità al Paese, ma non deve essere una governabilità qualunque: governare è un verbo carico di significato, deve fare andare avanti il Paese, non farlo galleggiare nel punto in cui si trova».

Ma quello che in conferenza stampa Monti non può dire, ovvero che le larghe intese sono l'unica strada per lui possibile, lo si ritrova nei ragionamenti degli esponenti di Scelta Civica. Convinti che Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi alla fine dovrebbero sedersi al tavolo della grande coalizione. Il segretario del Pd perchè la sua offerta al Movimento 5 Stelle «è destinata a cadere nel vuoto»; il leader del Pdl perchè «ha molto da negoziare...». Certo, la speranza nient'affatto nascosta di Monti era di archiviare il Cavaliere, confrontarsi con un Pdl in posizione di debolezza, ed accogliere i transfughi ex berlusconiani. Ma con gli oltre 110 seggi conquistati dal Pdl in Senato, questa possibilità è ormai sfumata. E poi c'è il problema Lega: «Se Maroni vince in Lombardia sarà più difficile per Berlusconi fare le larghe intese senza il Carroccio».

Insomma, se gli ultimi 14 mesi sono stati all'insegna della responsabilità contro l'emergenza finanziaria, la speranza è che ora si possa rimettere insieme la 'strana maggioranza' contro l'«emergenza populismo», ovvero la vittoria di Beppe Grillo: «Se andiamo a rivotare subito, i grillini faranno davvero il pieno». Dunque l'obiettivo è arrivare «almeno fino alle Europee del 2014, per mantenere la stabilità del Paese in un quadro economico ancora molto difficile». Tanto che domani già si teme la reazione dei mercati, anche se Monti rivendica: «Per fortuna abbiamo messo i conti in sicurezza, la reazione sarà comunque più contenuta». Ma proprio i mercati potrebbero essere un altro 'alleato' del Professore: eventuali fibrillazioni - è il ragionamento a Scelta Civica - spingerebbero anche gli altri partiti verso la «responsabilità» e verso un ruolo di Monti.