29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
La crisi di Governo

Monti: Dimissioni? Ho fatto la cosa giusta

«Io - spiega il presidente del Consiglio a Repubblica - non sento più intorno a me una maggioranza che, sia pure con riserve e magari a malincuore, sia capace di sostenere con convinzione la linea politica e di programma su cui avevamo concordato»

ROMA - Mario Monti spiega il motivo delle sue dimissioni. Le chiare avvisaglie di una guerriglia parlamentare di logoramento? «Il fatto importante e per me decisivo è un altro: io - spiega il presidente del Consiglio - non sento più intorno a me una maggioranza che, sia pure con riserve e magari a malincuore, sia capace di sostenere con convinzione la linea politica e di programma su cui avevamo concordato». In tale contesto la dichiarazione di Alfano che annunciava la presa di distanze del Pdl «l'ho interpretata veramente - aggiunge Monti - come un attestato di sfiducia, anche se non espressa in modo formale, Ma non era necessario: tutto era ormai chiaro»

In un lungo colloquio telefonico con il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, Monti si dice «convinto di aver fatto la cosa giusta e in ogni caso non potevo farne a meno, dopo quel che è successo. Ma sono preoccupato, naturalmente: non per me, ma per quel che vedo».

Monti dice di aver preso la decisione di lasciare prima dell'ultimo colloquio al Quirinale: «Avevo in realtà deciso da pochissime ore, e più esattamente proprio durante il volo da Cannes a Roma. Ho avuto modo di pensare inevitabilmente a cosa aveva rappresentato per l'Italia Cannes lo scorso anno, con quel G8 all'inizio di novembre in cui il nostro governo fu messo alle strette».

Un vertice, ricordano le cronache, nel quale l'allora premier Berlusconi si trovò isolato rispetto agli altri capi di Governo a causa della sfiducia palpabile nei confronti dell'Italia e della sua capacità di risanare i conti pubblici con quel Governo.

Anche quel ricordo - si legge ancora su Repubblica - ha consigliato Monti a scegliere la giornata festiva di sabato per la resa dei conti finale: «Ho preferito che la decisione e l'annuncio cadessero in un giorno di mercati chiusi - spiega ancora il presidente del Consiglio - con ventiquattro o trentasei ore di tempo per riassorbire un eventuale colpo nella speranza naturalmente che il colpo non ci sia. Spiegando subito, in ogni caso, che le dimissioni diventeranno effettive solo dopo l'approvazione della legge di stabilità, che spero proprio arriverà come previsto».