27 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Governo 2013

Il Premier oltre il 2013: E' prematuro parlarne, mancano 8 mesi!

«Porsi il problema oggi non farebbe bene al governo». Le valutazioni del Professore e la necessità di rispondere al nervosismo dei mercati scatenano opposizione e maggioranza! Il Pdl cerca di dare dei limiti alla propria sconfitta?

Belisario (Idv): «Monti bis? No, ci sia un limite al peggio» - «Al peggio ci deve pur essere un limite. L'ipotesi di un Monti bis nel 2013 va scartata a priori, questa fallimentare esperienza basta e avanza: i professori e la strana maggioranza hanno già ampiamente dimostrato di non essere in grado di governare nell'interesse dei cittadini». Lo dichiara il Presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.
«Il Paese ha bisogno di tornare al voto per eleggere un esecutivo politico, alternativo a quello della finanza e dei banchieri - afferma Belisario - che abbia come priorità il lavoro, la crescita, l'equità sociale e la legalità. Riproporre l'abnorme coalizione Pdl-Pd-Terzo Polo, assecondando la tentazione politica dei tecnici, significa commissariare definitivamente le istituzioni democratiche».

Bernini (Pdl): «Tenere fuori Monti da tritacarne politico» - «Ha ragione il presidente Monti: nel momento in cui il governo sta varando provvedimenti essenziali per fronteggiare la crisi, non può essere trascinato nel tritacarne della polemica politica. E non si rende certo un buon servizio al Paese disegnando sin d'ora scenari di grande coalizione che non tengano conto della volontà che esprimeranno i cittadini chiamati alle urne nel 2013». Lo ha detto in una nota Anna Maria Bernini (Pdl).

Casini (Udc): «Priemiership 2013 Monti non all'ordine del giorno» - Una possibile candidatura di Mario Monti alla presidenza del Consiglio per le elezioni del 2013 «non è all'ordine del giorno». Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ha chiesto di concentrarsi sui problemi del Paese e non distrarsi con «discorsi che possono introdurre solo divisioni».
«Monti è impegnato, sta lavorando e i partiti lo sostengono - ha detto Casini in una conferenza stampa a Bologna -. Oggi non è all'ordine del giorno chi presiederà il Governo dopo le elezioni. Non faccio previsioni, vedremo...». Però, ha avvertito «oggi concentriamoci sui problemi del paese, non distraiamoci con discorsi che possono introdurre solo divisioni».

Cicchitto (Pdl): «Bersani non vuole grande coalizione» - «Non a caso parliamo del sogno di una notte di mezza estate quando alcuni esponenti politici parlano dell'ipotesi di grande coalizione. A parte il fatto che, per quello che ci riguarda, noi riteniamo alternativi in modo serio e profondo il Pdl e il Pd, a sgombrare il campo da ogni equivoco c'è Bersani». Lo dichiara Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera.
«Infatti, siccome Bersani vede la concreta possibilità per la sinistra di conquistare la maggioranza e il potere, scarta in modo pregiudiziale ogni ipotesi di grande coalizione. E siccome Bersani, come diceva il poeta, è 'uomo d'onore', è evidente che le sue affermazioni vanno prese sul serio, anche da Pierferdinando Casini le cui scelte di conseguenza sono assai più impegnative di quello che lui non dichiari. Ma ciò riguarda la prospettiva di medio periodo. I problemi diventano assai seri rispetto alle questioni attuali».

Gelmini (Pdl): «Grande coalizione solo se non ci sono vincitori» - «La grande coalizione ci potrebbe essere solo nel caso in cui non ci sia una netta vittoria né dell'una né dell'altra coalizione . Ma parlare di questa ipotesi prima del voto significa dare un aiuto a Grillo perché la gente non capirebbe e sembrerebbe una grande ammucchiata». Mariastella Gelmini, ex ministro dell'Istruzione e esponente di punta del Pdl, con un'intervista ad Affaritaliani.it, parla degli scenari che si potrebbero aprire dopo il voto. E sull'alleanza col Carroccio dice: «Di certo il Pdl la ritiene naturale, ma è difficile dire se questa si farà o meno perché siamo su posizioni differenti rispetto a Monti».

Bondi (Pdl): «Pd principale ostacolo agli sforzi di Monti» - «Dalla posizione assunta sull'art 18 della riforma del mercato del lavoro fino all'odierno provvedimento mirante alla riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione, si vede con chiarezza come il Pd non sia affatto un partito riformista». Lo afferma in una nota Sandro Bondi (Pdl). «Anzi, la difesa da parte del Pd di una situazione che origina principalmente dai frutti del periodo del consociativismo fra Pci e Dc, a partire dell'immenso debito pubblico accumulato, costituisce di fatto il principale ostacolo agli sforzi di modernizzazione e di cambiamento intrapresi, fra tante difficoltà e molti errori, dal governo Monti».