24 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Costi della Politica

Partiti, ok a ddl riduzione finanziamento pubblico e controlli

Le nuove norme prevedono il dimezzamento dei soldi pubblici ai partiti nel 2012 e una riduzione negli anni successivi. Via libera, inoltre, a un sistema misto di finanziamento pubblico e privato e controlli dei bilanci affidati a una commissione ad hoc composta

ROMA - Il Senato ha approvato in via definitiva il ddl di riforma della legge sui rimborsi elettorali ai partiti. Le nuove norme prevedono il dimezzamento dei soldi pubblici ai partiti nel 2012 e una riduzione negli anni successivi. Via libera, inoltre, a un sistema misto di finanziamento pubblico e privato e controlli dei bilanci affidati a una commissione ad hoc composta da 5 magistrati. Infine, la nuova legge garantisce massima trasparenza con la pubblicazione online dei conti.

RIDUZIONE DEI RIMBORSI E SOLDI AI TERREMOTATI - Nel 2012 i rimborsi vengono dimezzati, da 182 milioni a 91 milioni. Nel 2013 vanno ai partiti sempre 91 milioni ma il risparmio per lo Stato è di 69 milioni circa, visto che la quota destinata ai partiti sarebbe stata già ridotta a 160 milioni circa, per effetto dei tagli già decisi nelle manovre economiche di Tremonti. Il risparmio di questi due anni, circa 160 milioni di euro, verrà destinato alle popolazioni colpite da terremoti o calamità naturali dal primo gennaio 2009 a oggi.

COFINANZIAMENTO - Viene modificato il sistema di contribuzione pubblica alla politica: il 70% del fondo a favore dei partiti continua ad essere erogato a titolo di rimborso per le spese sostenute in occasione delle elezioni, il restante 30% è legato alla capacità di autofinanziamento del partito ed è erogato in maniera proporzionale alle quote associative e ai finanziamenti privati raccolti. I partiti ricevono cioè 50 centesimi per ogni euro ricevuto a titolo di quote associative ed erogazioni liberali da parte di persone fisiche o enti. Per il calcolo del contributo viene stabilito il limite massimo di 10mila euro per quota.

STATUTI - I partiti che intendono concorrere alla ripartizione dei rimborsi e dei contributi devono dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto che deve essere conformato ai principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti. Atto costitutivo e Statuto devono essere redatti nella forma di atto pubblico indicando l'organo competente ad approvare il rendiconto e l'organo responsabile per la gestione economico-finanziaria e sono trasmessi ai presidenti delle Camere.

CONTROLLI E SANZIONI - Si prevede l'obbligo di sottoporre i bilanci dei partiti al giudizio di società di revisione iscritte nell'albo della Consob. Il controllo dei bilanci è affidato ad una Commissione ad hoc composta da 5 magistrati designati dai veritici delle massime magistrature (uno dalla Cassazione, uno dal Consiglio di Stato, tre dalla Corte dei conti). E' previsto un articolato sistema di sanzioni che possono arrivare anche alla decurtazione dell'intero importo dei contributi nel caso di mancata presentazione del bilancio. In caso di sanzioni, verranno puniti anche i tesorieri che perderanno la legittimazione a sottoscrivere i rendiconti relativi agli esercizi dei cinque anni successivi. Verranno puniti anche i partiti che non abbiano destinato una quota pari almeno al 5 per cento dei rimborsi elettorali ricevuti ad iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica. La sanzione in questo caso è di un ventesimo dei rimborsi elettorali e dei contributi per il cofinanziamento.

TRASPARENZA - I documenti di bilancio sono pubblicati (anche in formato open data) sul sito internet del partito o del movimento e in apposita sezione del sito della Camera. Viene ridotto l'importo (da 50 mila a 5 mila euro) al di sopra del quale è necessario dichiarare pubblicamente i contributi dei privati ai partiti. Non ci potranno più essere nei bilanci entrate anonime. Inoltre, nel caso in cui il tesoriere non ricopra una carica elettiva sarà comunque sottoposto alla disciplina che stabilisce la pubblicità di redditi e patrimoni dei parlamentari, del coniuge in caso di comunione di beni, dei figli a carico. Stoppato invece l'emendamento che chiedeva di rendere pubblici i patrimoni dei parenti fino al primo grado.

DETRAZIONI FISCALI -La detrazione dall'imposta delle erogazioni liberali ai partiti, ora la 19%, passa al 24% nel 2013 e al 26% dal 2014 e viene abbassato (da 100mila a 10mila euro) il limite massimo dell'importo detraibile. Stessi aumenti anche per le donazioni in favore delle Onlus dove il tetto massimo dell'importo detraibile è di 2.065 euro.

LIMITI DI SPESA PER ELEZIONI EUROPEE E COMUNALI - Viene fissato un tetto di spesa delle campagne elettorali anche per le elezioni europee e comunali, analogamente a quanto avviene per le elezioni politiche e regionali.

INVESTIMENTI SOLO IN TITOLI DI STATI UE - E' fatto divieto ai partiti di investire la propria liquidità derivante dalla disponibilità di risorse pubbliche in strumenti finanziari diversi da titoli emessi da Stati membri dell'Unione europea. È fatto divieto ai partiti inoltre di affittare o acquistare, a titolo oneroso, immobili di persone fisiche che siano state elette nel Parlamento europeo, nazionale o nei Consigli regionali nei medesimi partiti o movimenti politici. Il medesimo divieto si intende anche riferito agli immobili posseduti da società possedute o partecipate dagli stessi soggetti.