24 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Il Governo e la «strana maggioranza»

Mario Monti fiducioso: dureremo fino al 2013

Il Premier: «La cosa peggiore della paura sono le speranze infondate, illusorie». IdV: «Continuità con Monti incompatibile con centrosinistra». PD: «Dopo Monti Premier politico democratico»

ROMA - Il governo ha davanti a sé «pochi mesi» ma comunque «fino alla primavera 2013». Lo ha detto il premier Mario Monti, in occasione del suo intervento al Senato per parlare del vertice Ue della scorsa settimana. Nonostante l'esito positivo del Consiglio di Bruxelles, ha spiegato il presidente del Consiglio, il percorso verso meccanismi di stabilizzazione dei mercati «non è assolutamente finito». Monti ha spiegato che «dalla dichiarazione articolata, importante, ma ancora di massima», con cui si è chiuso il vertice, «bisognerà passare alla formulazione nell'Eurogruppo del 9 luglio e forse anche del 20 luglio per cristallizzare e consolidare il tutto, con la presenza di alcuni, Olanda e Finlandia ad esempio, che hanno una certa insofferenza verso questi meccanismi e probabilmente avranno posizioni che cercheremo di sormontare».
«C'è un accorciamento della pazienza, e la sensazione che paghi solo ciò che dà effetti immediati. Un fenomeno che riguarda l'Europa ma anche gli Stati Uniti», dove «si è portati a dire che la politica parla ma non è in grado di dare risultati necessari mentre un sistema come quello cinese, fondato sul mercato ma non sulla democrazia, è in grado di produrre risultati». Invece occorre evitare che «i cittadini diventino scettici sulla democrazia e rassegnati a compiere altre esperienze».
«La cosa peggiore della paura sono le speranze infondate, illusorie». Il riferimento è al «tiriamo a campare, a quando si induge a mettere in mente ai cittadini che un paese dalle mille risorse possa non affrontare problemi seri». Per Monti meglio una temporanea «perdita di speranza che le speranze fasulle». «Ogni riferimento a realtà a noi vicine è puramente casuale», ha concluso.

Il parere della Lega - I senatori Lorenzo Bodega e Rosi Mauro, e leghisti e fondatori di 'Siamo Gente Comune', riconoscono «l'esito positivo del vertice di Bruxelles», un risultato conseguito in sede internazionale, «mentre in casa l'attuale esecutivo offre pessima prova di sé». «Tuttavia - ha detto Bodega in aula al Senato - non ci precludiamo la speranza che l'esito del vertice europeo segni l'atteso cambio di rotta ponendo fine alla persecuzione fiscale e giungendo finalmente al varo delle politiche di ripresa. Non è dall'apprezzamento della Merkel, ma nella serenità delle famiglie e nella soddisfazione dei lavoratori che il premier Monti leggerà la riuscita o il fallimento della sua esperienza di Governo».
«Mentre il nostro paese affonda, il premier Monti si vanta per una vittoria di Pirro. Ore e ore di trattative per non cambiare nulla: è chiaro che nonostante gli entusiasmi del presidente del Consiglio la Germania non ha nessuna intenzione di assumersi la responsabilità del debito altrui». Lo ha dichiarato Federico Bricolo, presidente della Lega Nord al Senato, commentando l'informativa di Mario Monti in aula a palazzo Madama sul vertice del Consiglio Europeo.
«Al di là delle dichiarazioni di facciata i problemi collegati alla crisi economica restano irrisolti. Siamo in piena recessione - ha proseguito Bricolo - lo spread è sempre sopra quota 400, il debito pubblico continua a crescere e le aziende chiudono lasciando a casa migliaia di persone».

Isabella Bertolini, vice capogruppo del Pdl alla Camera - «Mario Monti premier anche dopo il 2013? Perché no. Consegnare Monti al Pd e ad una coalizione avversaria, dopo averlo sostenuto in Parlamento, mi sembrerebbe alquanto bizzarro». Lo dichiara Isabella Bertolini, vice capogruppo del Pdl alla Camera.
«Tutti coloro che sono alternativi alla sinistra dovrebbero ragionare serenamente sull'ipotesi di sondare una disponibilità dell'attuale Presidente del Consiglio come sintesi di una coalizione e di un programma per il Paese, fatto di responsabilità, merito e serietà. Certo non è quello che gli ultras delle diverse tifoserie vogliono, ma forse sarebbe quello di cui ha bisogno l'Italia. Una cosa è sicura: regalare i risultati del Governo tecnico alla sinistra consentirà a Bersani e compagni di rivendicarli di fronte agli Italiani. Per il Pdl sarebbe un danno ed una beffa», conclude.

IdV: «Continuità con Monti incompatibile con centrosinistra» - «Se il centrosinistra è quello dipinto da D'Alema e Letta, cioè una coalizione dove Monti sarebbe perfettamente a suo agio, e che dovrebbe continuare nelle persone e nei programmi l'azione dell'attuale governo, come sostengono i due esponenti democratici, forse dovremmo riscrivere la storia della politica, cominciando con il dire che Reagan e la Thatcher sono stati due illuminati progressisti. Se questa fosse la linea del Pd, è evidente che le nostre strade si separerebbero, non per veti dell'uno sull'altro, ma per fatti concludenti e manifesta incompatibilità». Lo ha dichiarato in una nota Massimo Donadi, presidente dei deputati di Idv.
«Per questo, appare oggi più che mai urgente smetterla con il balletto delle sigle e dei veti e cominciare a discutere di cose concrete, a partire dai valori e dagli obiettivi di riferimento, anche perché l'idea di centrosinistra della quale ha parlato sino a qui il segretario Bersani è sembrata cosa sostanzialmente diversa rispetto a quella di D'Alema e Letta», ha spiegato Donadi concludendo: «Almeno, ci ritroveremo o ci divideremo sui problemi reali del paese e non su sterili veti o pregiudizi».

PD: «Dopo Monti Premier politico democratico» - «Fanno bene D'Alema e Casini a dare atto a Monti dei suoi meriti, egli si conferma l'uomo giusto al posto giusto, alla guida di un governo chiamato a fronteggiare l'emergenza italiana ed europea». Lo ha dichiarato in una nota il senatore Franco Monaco della direzione nazionale del Pd, che ha aggiunto: «Ma, a Monti, deve seguire - ha aggiunto - la ripresa della competizione democratica tra schieramenti alternativi e una premiership politica che il Pd e il centrosinistra hanno le carte in regola per esprimere. A cominciare dalla candidatura più autorevole, quella di Bersani». «L'Italia e l'Europa - ha concluso Monaco - hanno bisogno di una svolta politica guidata dalle forze progressiste».