Mal di schiena: a Villa Igea la cura è su misura
«Il nostro obiettivo è vincere il dolore e scongiugiurare o allontanare quanto più possibile nel tempo l'intervento chirurgico garantendo una buona qualità della vita», spiega, Iacopo Conte, anestesista, responsabile del centro piemontese
C’è una legge in Italia di estrema importanza per chi soffre di dolori cronici, ma sono in pochi a conoscerla anche fra i medici. Stiamo parlando della legge 38 del 1910 che ha introdotto in Italia l’uso delle cure palliative e il diritto di ognuno ad accedere alle terapie del dolore.
MAL DI SCHIENA: UNA PIAGA PER MILIONI
Le statistiche dicono che anche quando non si tratta della peggiore delle pene, quella provocata dal cancro, gli effetti di dolori cosiddetti benigni producono danni ingenti sia in termini di numeri, sia per gli effetti collaterali sulla società e sul lavoro: sono circa 15 milioni gli italiani che più o meno regolarmente soffrono di mal di schiena, di lombalgie o di dolori cervicali, e il dolore cronico è una delle maggiori cause di assenteismo: per questo motivo una persona su 5 perde il posto di lavoro.
Il quadro che fanno emergere questi dati è da paura. Eppure, sebbene per una volta il nostro paese, con l’attuale legislazione, sia ormai all’avanguardia nell’affrontare la battaglia per la sofferenza, stenta ad affermarsi una cultura della «terapia del dolore». Soprattutto sono ancora troppo poche le strutture sanitarie che hanno dedicato alla malattia del dolore reparti specializzati, così come prevede la legge 38.
IL DOLORE SI PUÒ VINCERE
- Dottor Conte, è vero che con gli attuali strumenti si può vincere il dolore cronico? (La domanda l’abbiamo rivolta a Iacopo Conte, anestesista e responsabile del centro di terapia del dolore di Villa Igea, ad Acqui Terme)
«Intanto bisogna distinguere il tipo di dolore fra maligno, cioè legato a eventi tumorali, o benigno, anche se quel «benigno» cioè legato a patologie degenerative va messo fra virgolette. Poi dipende da cosa si intende per vincere. Se si intende rendere più accettabile la vita e aumentarne la qualità, sì questo oggi siamo in grado di farlo», risponde il dott. Conte, che dal 2003 si occupa di alleviare il dolore ai pazienti
UNA TERAPIA NON INVASIVA: LE INFILTRAZIONI
- Nel 94 per cento dei casi - chiediamo - secondo le statistiche più recenti, la sofferenza cronica, oltre alle cefalee o al diabete, è dovuta a mal di schiena, dolori cervicali e lombari. C’è la possibilità di vincere, fra i dolori più diffusi, il mal di schiena, che da solo affligge circa 15 milioni di italiani ed è capace di bloccare anche super campioni come Bolt, l’uomo più veloce del mondo, che recentemente ha rischiato per questo dolore di saltare l’appuntamento con il meeting di Roma?
«Rispetto al passato sono stati fatti molti passi avanti soprattutto grazie alle infiltrazioni. Oggi è possibile fare degli interventi mirati sulla colonna vertebrale e intraprendere cure che potremmo definire su misura», risponde l’algologo di Villa Igea, centro piemontese di alta specializzazione ortopedica.
- Come mai l’algologo è lo specialista di cui c’è sempre più spesso bisogno per affrontare il mal di schiena con l'ausilio delle tecnologie più innovative?
«L’algologo da questo punto di vista è un medico che racchiude esperienze e saperi diversi, in grado di interpretare al meglio i vari momenti dell’intervento: dalla diagnosi, al dosaggio, al punto millimetrico dove esercitare l’infiltrazione. Inoltre l’algologo, grazie alla sua esperienza di anestesista possiede una grande pratica nella somministrazione dei farmaci».
UNA MIRA INFALLIBILE A VILLA IGEA VINCE IL DOLORE
- Il centro per la terapia del dolore di Villa Igea su quali terapie punta maggiormente?
«Il centro per la terapia del dolore di Villa Igea si è specializzato nelle infiltrazioni vertebrali. Il nostro obiettivo massimo è evitare l’operazione. In alternativa possiamo allungare considerevolmente i tempi prima di ricorrere alla sala operatoria. Ora sono gli stessi neurochirurghi a rivolgersi a noi prima di procedere», precisa Iacopo Conte.
- Le infiltrazioni sono efficaci perché colpiscono al millimetro le fonti del dolore. Ma come è possibile garantire l’infallibilità della mira?
«Durante l’intervento procediamo con l’ausilio della fluoroscopia che ci consente di riconoscere esattamente la struttura ossea del paziente. Naturalmente l’abilità dell’algologo in questi non si può certo considerare ininfluente».
LA CHIRURGIA VERTEBRALE
- Mentre in passato - chiediamo - per una ernia del disco non si esitava a ricorrere alla chirurgia, ora anche fra i pazienti sono cresciute le perplessità per questo tipo di intervento. E’ giusto diffidare del bisturi se si vuole risolvere il mal di schiena?
«Esiste, ben definita clinicamente, una sindrome riferita ai sintomi da chirurgia vertebrale fallita, detta Fbss (Failed back surgery Syndrome), una sindrome estremamente invalidante e di difficile gestione.. Questo per dire come sia giusto procedere con la massima cautela prima di scegliere la strada giusta per intervenire sulle vertebre. Quando ci si affida al bisturi si provocano inevitabilmente cicatrici, fibrosi, aderenze, cioè effetti che possono tradursi in manifestazioni anche più dolorose di quelle che si intendeva eliminare», specifica il responsabile del centro per la «terapia del dolore» di Villa Igea.
I FARMACI AFFIDATI ALL'ANESTESISTA
- Ma la somministrazione di farmaci e, nel caso specifico delle infiltrazioni vertebrali, del cortisone non può dare adito ad affetti collaterali nocivi?
«Il vantaggio delle infiltrazioni è che utilizzano un mezzo diretto per colpire e quindi hanno bisogno, per essere efficaci, di piccole dosi perfettamente riassorbibili.
Cosa che non avviene con l’assunzione dei farmaci per bocca, dove i dosaggi devono essere necessariamente alti perché si determina una dispersione indesiderata del farmaco in altri apparati del corpo nel tentativo di andare a colpire quello giusto», conclude il dott. Iacopo Conte.
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