Fli, su scioglimento e Federazione con il Pdl è scontro
Il confronto ha coinvolto da una parte Bocchino, l'ala siciliana e diversi coordinatori regionali, dall'altra il capogruppo Benedetto Della Vedova, Umberto Croppi e alcuni parlamentari futuristi. Fini frena e chiede prudenza. Resta in piedi l'idea del Polo della Nazione
ROMA - A volte il diavolo si nasconde nei particolari. Nel caso di Fli, in un documento licenziato alla fine di un lunghissimo e tesissimo ufficio di Presidenza nel quale si è rischiata una vera e propria conta e che si è concluso con un restyling del testo presentato da Italo Bocchino. Non è più un mistero, d'altra parte, che due sensibilità si confrontano - e sempre più spesso si scontrano - all'interno del contenitore politico finiano, dibattendo sull'opportunità di andare oltre Fli o invece di strutturarla escludendo lo scioglimento, sulla possibile federazione con un Pdl «deberlusconizzato» o sull'ipotesi (fino a pochi giorni fa) casinian-finiana del nuovo polo nazionale. La tensione, anche oggi, non è mancata.
Tre le ipotesi in campo - Come già prima della convention di Pietrasanta, il confronto - a tratti sopra le righe - ha coinvolto da una parte Bocchino, l'ala siciliana e diversi coordinatori regionali, dall'altra il capogruppo Benedetto Della Vedova, Umberto Croppi e alcuni parlamentari futuristi. La relazione introduttiva del vicepresidente Italo fotografava l'attuale, confuso quadro politico. Immaginando tre possibili scenari, naturalmente influenzati dalla variabile della legge elettorale e da un'eventuale discesa in campo di autorevoli esponenti della società civile. Una delle tre ipotesi contemplava anche la federazione di forze di centrodestra. Una 'chiamata' anche al Pdl, per certi versi clamorosa, sia pure con il paletto della «deberlusconizzazione» di via dell'Umiltà.
Proprio sull'opportunità di una federazione si è acceso il confronto, tanto che nel documento finale scompare la Fed e si parla solo della creazione di una «proposta alternativa alla sinistra nel segno di una discontinuità rispetto al passato». Il tema, in realtà si intreccia con quello altrettanto dibattuto di un possibile superamento di Fli. Già a Pietrasanta Fini aveva chiaramente indicato nell'orizzonte di un più largo contenitore la via da seguire, almeno nel medio periodo. Le recenti posizioni di Casini, che ha mandato in soffitta l'attuale assetto terzo polista, avevano spinto l'ala dura del partito a insistere sulla necessità di radicare e rafforzare il simbolo di Fli, strutturandolo ancora di più come partito e allontanando lo spettro dello scioglimento. E oggi su questo molto si è dibattuto.
E' stato Benedetto Della Vedova, supportato da Raisi e Croppi, a sottolineare la necessità di essere coprotagonisti di un progetto nuovo e più ampio, invece di preferire un arroccamento e confini limitati a Futuro e libertà. Non esiste alcuna ipotesi di scioglimento, aveva in un primo momento sottolineato Bocchino. Al termine del dibattito, però, è scomparso quel riferimento, pur rimanendo in piedi un passaggio comunque non irrilevante: «le ragioni che hanno dato vita a Fli sono attuali oggi come ieri». Secondo alcune fonti, la prudenza sarebbe stata consigliata a riunione in corso anche dallo stesso Fini.
Fini frena e chiede prudenza - Al netto di un acceso confronto «multiplo», da quello che ha contrapposto Briguglio e Croppi a quello tra Moroni e Raisi, e di un capitolo ancora aperto che riguarda i commissariamenti di alcune Regioni in cui Fli non ha ben figurato alle amministrative, l'esito della discussione ha mostrato chiaramente le difficoltà finiane di individuare un percorso dopo la presa di distanze dell'Udc. Rendendo ancora più evidente, se possibile, una spaccatura interna sempre più marcata. Fini, un po' a sorpresa, ha disertato l'incontro. Il Presidente ha più volte chiesto ai suoi di non insistere nella polemica con i centristi e di attendere le mosse del Pdl, attese per il dopo ballottaggio. Ma secondo diverse fonti il leader di Fli non nutrirebbe molte speranze su un possibile riavvicinamento al Pdl, né su eventuali passi indietro di Berlusconi. Più probabile riannodare il confronto con Casini. Certo è che il documento di oggi - tra gli scenari possibili - elenca anche il «rilancio dell'azione politica per la costruzione di un 'Polo Nazionale' alternativo al vecchio bipolarismo».