5 maggio 2024
Aggiornato 12:00
Messa crismale celebrata stamane a San Pietro

Papa: La disobbedienza non è rinnovamento, no ai sacerdoti donne

Il Papa ha respinto l'appello alla disobbedienza di un gruppo di sacerdoti austriaci che hanno di recente messo in discussione «addirittura decisioni definitive del Magistero», ha detto Benedetto XVI, «ad esempio nella questione circa l'Ordinazione delle donne»

CITTÀ DEL VATICANO - «La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?». Il Papa ha respinto, con questo interrogativo, l'appello alla disobbedienza di un gruppo di sacerdoti austriaci, nel corso della messa crismale celebrata stamane a San Pietro, che hanno di recente messo in discussione «addirittura decisioni definitive del Magistero», ha detto Benedetto XVI, «ad esempio nella questione circa l'Ordinazione delle donne».

La Pfaffer-Initiative - Il movimento al quale il Papa fa riferimento è quello guidato da monsignor Helmut Schueller, 59 anni, parroco di St. Stephan nel villaggio di Probstdorf. In passato è stato presidente della Caritas austriaca e vicario generale del cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn. La sua fama, però, nasce dopo. Quando, finito il sodalizio con Schoenborn, nel 2006 lancia la «Pfarrer-Initiative», la iniziativa dei parroci, un «appello alla disobbedienza» che chiede, tra l'altro, il sacerdozio femminile, la comunione ai divorziati risposati, l'abolizione dell'obbligo del celibato, l'apertura ai laici. Insomma, riformare la Chiesa. All'inizio solo pochi sacerdoti seguono Schueller. Poi la protesta si ingrossa. Firmano l'appello decine, poi centinaia di preti. Oggi sono 400, pari a un decimo del clero austriaco. E un recente sondaggio della Gfk-Umfrage ha rilevato che il 72% dei preti austriaci «simpatizza» con l'appello.
«Di recente - ha detto oggi il Papa nella messa crismale - un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero - ad esempio nella questione circa l'Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore. La disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?
Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove - per riportare la Chiesa all'altezza dell'oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via?
Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?».

«Lasciamoci interrogare ancora una volta», ha detto ancora Ratzinger: «Non è che con tali considerazioni viene, di fatto, difeso l'immobilismo, l'irrigidimento della tradizione? No. Chi guarda alla storia dell'epoca post-conciliare, può riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l'inesauribile vivacità della santa Chiesa, la presenza e l'azione efficace dello Spirito Santo. E se guardiamo alle persone, dalle quali sono scaturiti e scaturiscono questi fiumi freschi di vita, vediamo anche che per una nuova fecondità ci vogliono l'essere ricolmi della gioia della fede, la radicalità dell'obbedienza, la dinamica della speranza e la forza dell'amore».