Rizzo Nervo si dimette dal cda Rai: Nomine scriteriate
La lettera al Presidente Garimberti: Gestione che spinge l'azienda verso un rapido declino. Di Pietro: La misura è colma, il Governo defenestri partiti da gestione. Vendola: Potere politico volgare, dal Governo nulla da dire? Bersani: Cda rifletta, inaccettabile vecchi riti su nomine
ROMA - Nino Rizzo Nervo ha rassegnato le sue dimissioni dal cda della Rai dopo la nomina a maggioranza di Maccari al Tg1 e Casarin alla Tgr su proposta della Dg Lorenza Lei. Lo ha comunicato in una lettera inviata al Presidente della Rai Paolo Garimberti. «Caro Presidente, le decisioni assunte oggi dal Consiglio di amministrazione su proposta del Direttore generale in merito alle direzioni del TG1 e della TGR mi inducono a rassegnare le dimissioni .Giudico quanto è avvenuto l'ultimo scriteriato atto di una gestione aziendale condizionata da logiche di parte che sta spingendo l'azienda verso un rapido declino», accusa Rizzo Nervo.
«Ho più volte denunciato anche in Consiglio la gravità della situazione e ti do atto - ha aggiunto- degli sforzi che hai compiuto in questi anni per preservare l'autonomia delle decisioni e per tutelare gli interessi aziendali. Ti invio un cordiale saluto e auguro alla Rai di poter presto riconquistare l'autorevolezza e la credibilità perdute».
Rotondi: Auguri a Maccari e Casarin, Rizzo Nervo ritiri le dimissioni - «Complimenti e auguri al direttore Maccari per la riconferma al Tg1 e ad Alessandro Casarin per la nomina alla guida della Tgr. Con queste scelte il Cda Rai ha saputo premiare la professionalità, la serietà e la competenza. Peccato per le dimissioni del consigliere Rizzo Nervo. Spero che possa tornare sui suoi passi». Lo afferma Gianfranco Rotondi, membro dell'Ufficio di Presidenza del PdL.
Di Pietro: La misura è colma, il Governo defenestri partiti da gestione - «La misura è colma. Adesso anche il governo faccia la sua parte e restituisca dignità al servizio pubblico della Rai e ai tanti professionisti che vi lavorano, defenestrando i partiti dalla gestione dell'azienda». Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. «L'Idv - continua - non ha mai voluto partecipare a questa ignobile spartizione di poltrone nel Cda, nei tg, né tantomeno nelle trasmissioni delle tre reti, perché è rispettosa del ruolo che dovrebbe avere un servizio pubblico».
«Noi - aggiunge - che sin dal primo momento abbiamo denunciato la dannosa lottizzazione e la nefasta conseguenza che essa ha sull'informazione chiediamo, a tutte le forze politiche, che in queste ore stanno denunciando un'inaccettabile aggressione alla Rai, di passare dalle parole ai fatti e di fare un passo indietro per il bene del Paese. Quanto accaduto stasera è gravissimo, tra l'altro si è espresso con il proprio voto un membro del Cda che è anche un parlamentare del Pdl. La Rai va restituita ai legittimi proprietari, cioè ai cittadini, e non può essere ancora preda degli appetiti dei partiti».
Caparini (Lega): Premiate dal cda professionalità interne - «E' la solita doppia morale di chi da tempo ha perso qualsiasi credibilità: per anni gli illuminati esponenti del centrosinistra in cda Rai ci hanno spiegato che era necessario premiare le professionalità interne. Quando questo viene fatto, come nel caso di Maccari e Casarin, però gridano allo scandalo. Sono stati premiate professionalità e garantita l'azienda da possibili ricorsi». Lo ha affermato Davide Caparini, responsabile della comunicazione della Lega Nord.
Peluffo (Pd): Con Verro dubbi illegittimità voto cda - «Il voto in Cda, le nomine volute dal patto Lega-Pdl e imposte da Lorenza Lei sono un colpo gravissimo per la Rai. Il direttore generale ha cercato una spaccatura all'interno del consiglio di amministrazione che appare, dopo un voto simile, ormai del tutto delegittimato». Lo afferma Vinicio Peluffo, deputato del Pd e componente della commissione di vigilanza Rai.
«Una decisione tanto più grave perché decisa dal voto determinante di Verro che è stato appena nominato parlamentare ma che è rimasto nel Cda cumulando due cariche incompatibili - continua - Questo getta un'ombra di illegittimità formale che si aggiunge alla soverchieria politica della destra».
«Ora il problema - conclude - è la tutela dell'azienda e del servizio pubblico: queste nomine e un Cda delegittimato mettono a rischio la credibilità e il lavoro della Rai che già tanto ha pagato in termini di ascolto e di attendibilità. Lo avevamo detto e lo ripetiamo: Lorenza Lei deve dimettersi, la Rai ha bisogno di un cambiamento radicale nella governance e negli assetti».
Vendola: Potere politico volgare, dal Governo nulla da dire? - «Sono senza parole. Quello che si è consumato stasera in Cda della Rai è uno scandalo lungamente preparato ed annunciato. Il servizio pubblico dell'informazione ancora una volta è umiliato dalla protervia di un potere politico volgare e dozzinalmente padronale». Lo afferma Nichi Vendola, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà.
«Non si può tacere, non si può rimanere inerti, nelle istituzioni e nel Paese. L'opposizione si muova, il governo da parte sua non ha nulla da dire?».
Merlo (Pd): La Lega in occasione delle nomine torna partito di governo - «La Lega da partito di lotta è tornata in Rai ad essere partito di governo». Lo afferma il Vicepresidente Pd della Commissione di Vigilanza sulla Rai Giorgio Merlo, alla luce del risultato della votazione in cda sulle nomine alla direzione di Tg1 e Tgr.
«Dopo la campagna per l'abolizione del canone adesso la Lega si accontenta di Casarin alla direzione della Tgr? Tra l'eliminazione del canone, incomprensibile e ridicola battaglia della Lega, e il direttore della Tgr, è meglio tenersi Casarin...», ha ironizzato Merlo.
Butti (Pdl): Rizzo Nervo non ci mancherà - «Difficile, anche sforzandoci, sentire la mancanza di Rizzo Nervo. In realtà con il suo comportamento ci ricorda un pò quei bambini che vogliono decidere le regole del gioco ed il risultato, ma poi una volta perso vorrebbero portarsi il pallone a casa per impedire di giocare». Lo afferma il senatore del Pdl Alessio Butti, capogruppo nella Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
«Queste dimissioni sarebbero state un coupe de teatre se fossero arrivate prima, adesso valgono a poco - continua - Ad un mese e mezzo dalla fine del mandato non hanno senso. La verità è che avremo un dichiaratore in meno, che non sempre faceva il bene dell'azienda, e forse un consigliere d'amministrazione in più».
Giulietti: Grazie a Rizzo Nervo per le dimissioni - Articolo 21 ringrazia il Nino Rizzo Nero per essersi dimesso dal Cda Rai. Giuseppe Giulietti, in una nota, spiega che «la Rai è ormai travolta dalla arroganza e dal ridicolo, ed è difficile dire quale dei due atteggiamenti sia ormai prevalente. Oggi la Rai si è autocommissariata, anzi è stata definitivamente commissariata dalla banda del conflitto di interessi. Nessuno può continuare a dare una copertura di qualsiasi natura a questa situazione, la vita di questo consiglio di amministrazione si è ormai conclusa e non c'è motivo alcuno di prolungarne la agonia».
«Al governo - aggiunge Giulietti - chiediamo solo di dare immediata conseguenza alle dichiarazioni del presidente Monti e di inserire già nel prossimo provvedimento, sia la liberalizzazione del settore dei media e delle frequenze, sia una norma per 'recidere definitivamente ogni legame improprio con i governi, le forze politiche, le lobbies di ogni natura' come hanno opportunamente chiesto tutte le associazioni sindacali e professionali del giornalismo italiano».
«Restiamo infine in attesa - prosegue - delle inevitabili decisioni che la Cortei dei Conti dovrà assumere anche in relazione ai modi, ai tempi, ai metodi che hanno segnato i comportamenti della direzione generale e di alcuni consiglieri di amministrazione». Conclude Giulietti: «Un graze, inline, al consigliere Rizzo Nervo che si è dimesso, siamo sicuri che non resterà solo e Che anche altri a cominciare dal 'presidente di garanzia' vorranno seguite il suo esempio».
Bersani: Cda rifletta, inaccettabile vecchi riti su nomine - «Voglio credere che il Cda oggi rifletta sul passaggio che rischia di segnalare un vecchio rito, se mentre nel mondo, in Italia e in Europa succede di tutto, la Rai prosegue con i vecchi riti sarebbe assolutamente inaccettabile». Pier Luigi Bersani parla alla vigilia della riunione del Cda Rai che dovrà decidere delle nomine al vertice di di Tg1 e Tg regionali su cui i membri del vertice di viale Mazzini sono divisi e che passerebbe con i soli voti dei consiglieri di Pdl e Lega.
«Diciamo da tempo che una grande azienda pubblica come la Rai non può essere mandata allo sbaraglio, ma ci sta andando allo sbaraglio - ha detto il segretario del Pd - la nostra proposta è semplice e prevede una norma per modificare il governo dell'azienda in modo che ci sia un responsabile unico, i partiti non c'entrano. Se si dovesse rinnovare il Cda con le regole di adesso dico subito che noi non parteciperemmo, diciamo basta. Non vogliamo essere corresponsabili della distruzione» dell'azienda.
«Ho sentito dalla destra che non tocca a questo governo fare una riforma della Rai, non sono d'accordo, la Rai è un'azienda pubblica e il governo ha il dovere di intervenire. Nel Cda c'è un rappresentante del Tesoro e io amerei sapere cosa pensa il Tesoro, l'azionista dica quello che pensa della progressiva distruzione dell'azienda».
Gasparri: Bersani la smetta con minacce e protervia - «Bersani usa sulla Rai il linguaggio della minaccia e della protervia. La smetta. Rispetti le decisioni del consiglio di amministrazione, rilegga le sentenze della Corte Costituzionale e si renda conto che la sua arroganza non lo porterà da nessuna parte. Quel che lui dice è falso. Quel che propone è illegale». Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.
Gentiloni (Pd): Bene Rizzo Nervo, oggi violazione autonomia tv - «La decisione del cda di oggi è l'estrema violazione di ogni autonomia Rai». Lo afferma Paolo Gentiloni, responsabile Forum Ict del Partito Democratico. «Capisco quindi le ragioni della scelta di Rizzo Nervo, un professionista che ha dato in questi anni un contributo di qualità alla gestione dell'azienda», osserva Gentiloni. «Il suo - conclude - è un estremo gesto di attaccamento al servizio pubblico».
Vita: Voto cda scandalo annunciato, discutere governance - «Il voto di questa sera sulle nomine di Tg1 e Tgr è l'atto finale di uno scandalo lungamente annunciato. La Rai non può andare avanti così. Bene ha fatto il consigliere Rizzo Nervo a rassegnare le dimissioni. E' ora fondamentale che si apra la crisi della governance dell'azienda». Lo afferma di Vincenzo Vita, componente Pd in Commissione Vigilanza Rai.
Usigrai: Azienda ancora sotto scacco della vecchia maggioranza - «Il cda ha autocertificato la fine di una negativa esperienza. Il voto 5 a 4 è il capolinea di ogni tentativo di trovare soluzioni condivise nell'interesse dell'azienda e non dei partiti di riferimento dei consiglieri». Lo afferma il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, a proposito del voto di oggi in consiglio di amministrazione Rai.
«Il problema non è nei nomi, ma nel metodo - sottolinea - a tutto tondo emerge una Rai sotto lo scacco dei partiti che costituivano la maggioranza dell'ex governo, iconograficamente s'impone il volto del consigliere Verro, che nello stesso tempo rinuncia a fare il deputato, evidentemente perchè è più fruttuoso dal punto di vista politico occuparsi di Rai, mentre il Presidente di garanzia è senza possibilità effettiva di offrire qualsivoglia garanzia».
«E' ancor più chiaro che - aggiunge Verna - senza il cambio della legge sulla governance la Rai muore e chi non interviene determina con l'omissione l'assassinio del servizio pubblico radiotelevisivo, ma siamo certi che Monti manterrà fede a quanto ha anticipato. Per quanto riguarda l'Usigrai fino al cambio di vertice nessun tavolo più per la riforma dell'offerta informativa dall'estero o per la creazione della testata unica che dovrebbe nascere dalla fusione tra Rainews e Televideo. Quando e se su questi temi saremo, come da obbligo contrattuale convocati, ci presenteremo consegnando l'avvio della procedura di sciopero».
Verro: Nessun patto politico, valorizzate le risorse interne - «Mi sembra che tutte le polemiche emerse abbiano come unica origine lo scontento di alcuni partiti che, a parole, sostengono l'indipendenza della RAI dalla politica ma che invece, nei fatti, avrebbero voluto condividere scelte che spettano esclusivamente al Direttore Generale e al Consiglio di Amministrazione». Lo ha affermato il consigliere di amministrazione della Rai Antonio Verro.
«Ho votato le nomine proposte dalla Direzione Generale per la Direzione del TG1 e della TGR perché basate sulla valorizzazione di indiscusse e valide risorse interne. Maccari e Casarin sono dei professionisti stimati che hanno trascorso una vita in RAI e hanno fatto gran parte della loro carriera in quelle stesse testate per cui oggi sono stati indicati come Direttori», ha scritto Verro in una nota.
Rao (Udc): A chi giova la provvisorietà di Maccari al Tg1? - Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione di Vigilanza Rai si mostra critico verso le dichiarazioni fatte oggi dal dg Lorenza Lei in audizione, sia sul fronte della nomina di Alberto Maccari al Tg1, sia su quello degli elevati compenti per gli artisti, come quello di Adriano Celentano per Sanremo.
Rao affida a twitter i suoi commenti in tempo reale sull'audizione della Lei: «Sui compensi Celentano il dg Rai invoca la concorrenza. Ma chi altro avrebbe offerto tanto per ospitare il molleggiato? Mediaset? La7?», si chiede il centrista.
Secondo Rao inoltre «il mandato di Maccari al Tg1, se sarà, avrà le caratteristiche di assoluta provvisorietà. A chi giova?» e per il direttore della principale testata della tv pubblica parla di «del peggior genere di contratto co.co.co».
Infine sulla chiusura di alcune sedi di corrispondenza Rao giudica «burocratiche le risposte della Lei sulla chiusura delle sedi Rai di Mosca, Madrid, Istanbul, Nuova Delhi...» e sostiene che «anche la Rai può tagliare inutili spese faraoniche delle sedi, ma avere un giornalista in loco».
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