29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Relazioni Italia - Santa Sede

Monti dal Papa tra crisi UE, Ici e cordialità

Il Premier in Vaticano senza Ministri «cattolici», ma con Terzi e Milanesi. Un'occasione per Benedetto XVI di tratteggiare un affresco della visione geopolitica della Chiesa mondiale, senza tralasciare l'Italia

CITTÀ DEL VATICANO - L'incontro sarà diverso sin nei dettagli. Tre anni fa, era il sei giugno del 2008, Silvio Berlusconi fu ricevuto dal Papa in Vaticano. Baciò con trasporto l'anello pontificio del pescatore, all'inizio e alla fine dell'udienza. Durante il colloquio privato nello studio del Papa rimase - fatto più unico che raro - una terza persona, Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e «gentiluomo di Sua Santità». Alla fine Berlusconi regalò a Ratzinger una croce intarsiata di pietre preziose. «Se lei avrà un minuto - gli spiegò - qui c'è scritto tutto sulla significanza di ogni pietra». Domani, a poco meno di due mesi dall'insediamento, sarà Mario Monti ad essere accompagnato alla terza loggia del Palazzo Apostolico per incontrare Benedetto XVI. Ma già dai dettagli si prevede un'udienza diversa.

Prima trasferta estera per il Premier - Se si escludono i viaggi urgenti a Bruxelles, Parigi e Berlino, l'incontro - una semplice «udienza» - sarà la prima trasferta estera di Monti, segno dell'attenzione che il premier tributa ai rapporti con la Santa Sede. Ed avrà la particolarità che il premier sarà accompagnato da due ministri: il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata e il responsabile delle Politiche comunitarie Enzo Moavero Milanesi. Berlusconi nel 2008 fu accompagnato da Gianni Letta, Romano Prodi nel 2006 da Enrico Letta. Della delegazione di Monti, oltre che la consorte Elsa, faranno parte anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il segretario generale Manlio Strano, il vicesegretario generale Federico Silvio Toniato, uomo dai solidi rapporti Oltretevere, oltre che il capo di gabinetto del ministro degli Esteri, Pasquale Terracciano, e l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Maria Greco. Non parteciperanno all'udienza i ministri identificati dall'opinione pubblica per essere cattolici «doc». E anche questo è un dettaglio significativo.

Molti i punti di possibile intesa tra Palazzo Chigi e il Palazzo apostolico. I due ministri degli Esteri - Giulio Terzi e il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, mons. Dominique Mamberti - hanno già avuto prima di Natale due cordiali incontri all'ambasciata italiana presso la Santa Sede e a due passi dal Vaticano. «La promozione dei diritti umani continuerà a essere la stella polare del governo come ho accennato pochi minuti fa con mons. Mamberti - ha detto in quell'occasione Terzi - in particolare per quanto riguarda l'abolizione della pena di morte, i diritti delle minoranze, la libertà religiosa, la lotta contro le mutilazioni ai genitali femminili e contro la piaga dei bambini soldato». Un approccio in linea con la posizione della Santa Sede, espressa anche oggi dal Papa nel tradizionale saluto al corpo diplomatico presso la Santa Sede.

Un'occasione per Benedetto XVI di tratteggiare un affresco della visione geopolitica della Chiesa mondiale, senza tralasciare l'Italia. Dopo aver denunciato le persecuzioni contro i cristiani, infatti, il Papa ha citato, tra i «segnali incoraggianti nel campo della libertà religiosa», la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo in favore della presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche italiane. «Le relazioni tra la Santa Sede e lo Stato italiano hanno attraversato momenti difficili dopo l'unificazione. Nel tempo, però, hanno prevalso la concordia e la reciproca volontà di cooperare, ciascuno nel proprio ambito, per favorire il bene comune. Auspico - ha detto il Papa - che l'Italia continui a promuovere un rapporto equilibrato fra la Chiesa e lo Stato, costituendo così un esempio, al quale le altre Nazioni possano riferirsi con rispetto e interesse».
Un equilibrio, quello a cui fa riferimento il Papa, che viene ritenuto essenziale, in Vaticano, anche sullo sfondo di una crisi economica internazionale ben presente a Benedetto XVI. E che si è intersecata anche con i rapporti tra Chiesa e Stato italiano. Quando è scoppiata la polemica sulle esenzioni Ici agli immobili della Chiesa in connessione con i sacrifici chiesti agli italiani dal decreto «salva-Italia», tanto il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, quanto il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, hanno respinto gli attacchi pretestuosi, ma hanno assicurato la disponibilità della Chiesa sia a «valutare la chiarezza delle formule normative vigenti», sia a perseguire eventuali elusioni. Oggi il Corriere della sera riferisce che sarebbe vicino un accordo tra Chiesa e Stato per risolvere la controversia. Dalla Cei e dal Vaticano non filtra alcun commento, ma di certo gli 'sherpa' del Governo italiano e della Segreteria di Stato sono al lavoro perché si arrivi all'udienza di Monti dal Papa senza increspare la cordialità tra le due sponde del Tevere.