20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La manovra finanziaria

Manovra: Monti, poco margine per modifiche. Verso la fiducia su dl

Mario Monti debutta da premier in televisione, sceglie il salotto di Bruno Vespa, e frena i partiti: pochi giorni per l'accordo sugli emendamenti

ROMA - La decisione di mettere la fiducia sulla manovra non è ancora ufficializzata, ma quel che è certo è che «la finalità è approvare la manovra in tempi brevi e senza modificarla molto». Mario Monti debutta da premier in televisione, sceglie il salotto di Bruno Vespa, e lì riduce al lumicino le speranze dei partiti di modificare il decreto: i margini sono «pochissimi» sulle pensioni, altrettanto stretti sull'Ici. Con il tempo che stringe.

Di sicuro, ha spiegato il premier ieri sera, «quello che abbiamo proposto non è gradito a nessuno e men che meno a noi che l'abbiamo proposto». Ma resta il fatto che «l'alternativa non era andare avanti come se niente fosse, senza sacrifici. Era molto concreto il rischio che lo Stato non potesse più pagare gli stipendi e le pensioni». Insomma, la Grecia era abbastanza vicina. Un messaggio rivolto agli italiani, ma anche ai partiti che tra poco saranno chiamati ad approvare la manovra in Parlamento.

A loro il premier fa capire chiaramente che le modifiche nel maxiemendamento su cui con ogni probabilità verrà posta la fiducia, dovranno essere minime. Per Monti «è prematuro» dire ora se sarà messa la fiducia, una fonte di governo spiega che si attenderà di vedere i lavori in Commissione, ma la richiesta dei partiti di 'blindare' in Aula la manovra alla fine dovrebbe essere accolta. Tuttavia, oltre a non consentire modifiche sui saldi, il governo vigilerà anche affinchè siano lasciati il più possibile intatti anche i contenuti: «Cerchiamo di non modificare quella distribuzione dei carichi che abbiamo fatto con molta attenzione e ascoltando le parti sociali e i partiti politici». Ovvero, spiega una fonte di governo, «si è raggiunto un equilibrio difficile, se si iniziano a toccare le misure non è detto che si riesca a trovare di nuovo un bilanciamento».

In ogni caso, il calendario delle audizioni e il termine degli emendamenti che sarà fissato presumibilmente alla serata di venerdì, concedono qualche giorno in più ai partiti di maggioranza per provare a trovare un accordo. Possibili già domani abboccamenti, ma si proverà a chiudere - spiega un dirigente di 'maggioranza' - probabilmente nella giornata di giovedì. Difficilmente però si andrà oltre i contatti telefonici, almeno tra i leader, vista la resistenza dei vari partiti alle 'foto di gruppo' e al tavolo 'fisico' proposto da Pier Ferdinando Casini. A meno che non si provi un nuovo incontro segreto.

Quale che sia la modalità che sarà scelta per incontrarsi, il Pd punterà sull'innalzamento della soglia delle pensioni coperte dall'inflazione: troppo basso il tetto del doppio minimo, bisogna arrivare almeno a tre volte i 480 euro dell'assegno sociale. La copertura è semplice: «Basta aumentare il prelievo sui capitali scudati». Il Pdl insiste invece sull'Ici, più che con una soglia sulla metratura, esentando la prima casa. Tema che però i Democrats non vogliono lasciare ai pidiellini, tanto che un esperto economico del partito spiega: «E' possibile esentare la prima casa, e per la copertura basta colpire più duramente dalle terze case in poi, andando toccare davvero i grandi patrimoni immobiliari».