26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Il primo e per ora ultimo esempio di governo ombra fu quello varato da Walter Veltroni

La stangata agita il Pdl, prove tecniche di «shadow cabinet»

Distinguo tra ex An ed ex Fi sulle misure allo studio del Governo. Ansia per la nuova ondata giudiziaria. Per chiudere il cerchio, l'ultima frontiera dell'«ansia da Transatlantico» è quella delle dimissioni anticipate «salva vitalizio»

ROMA - Il primo e per ora ultimo esempio di governo ombra fu quello varato da Walter Veltroni. Il segretario aveva perso le elezioni, lo shadow cabinet durò poco e finì maluccio. Silvio Berlusconi lo sa, fino a prova contraria è parte determinante della maggioranza e per questa ragione preferisce un approccio più soft alla questione che sarà comunque affrontata stasera nel corso di una cena convocata a Palazzo Grazioli con gli ex ministri Pdl del suo governo. Non nascerà dunque un governo ombra, ma i responsabili dei dicasteri dovrebbero essere investiti con ogni probabilità del compito di studiare i dossier e incalzare i ministri dell'esecutivo Monti. 'Sentinelle' pidielline incaricate di intervenire a mezzo stampa per indicare la rotta, in modo anche da ritrovare quella visibilità perduta dopo l'addio a palazzo Chigi. In attesa della 'stangata'.

E già, perché è ormai opinione prevalente che la stangata arriverà e non sarà facile sostenerla. Un conto è giocare ai distinguo sui 'vertici del tunnel', altro è votare in Parlamento misure durissime. Nel Pdl già fioccano i distinguo: se infatti Berlusconi è contrario alla patrimoniale, ex An come La Russa la considerano un argomento di cui si può quanto meno dibattere. E se il Cavaliere apre a qualche ritocco sull'Ici (nella versione Imu), una parte degli ex An la considera un mezzo tabù. Più in generale, di fatto, già emergono, divisioni fra ex An ed ex Fi covate nelle ultime settimane dopo il sofferto via libera all'esperienza Monti.

Cercare di mantenere dei paletti dunque è d'obbligo, ma difficilmente il Pdl potrà opporsi seriamente in Parlamento a misure d'emergenza. Più probabile che le diverse anime inizino a dibattere nuovamente sull'ossigeno da concedere a Monti, dividendosi sulla data del ritorno alle urne. Al momento non è dato sapere con assoluta certezza quando il Professore si confronterà con Angelino Alfano, né con quale 'format' (incontro a quattro, 'bilaterali' o altro). E però l'avarizia del flusso comunicativo dall'esecutivo verso i partiti allarma parecchio, dalle parti di via dell'Umiltà.

Ma se la stangata economica turba i sonni del Pdl, non meno preoccupa una possibile nuova ondata giudiziaria. Il quasi contestuale arresto di un consigliere della Regione Calabria e del vicepresidente della Lombardia, entrambi targati Pdl, è letto da qualcuno come l'avvio di una nuova ondata giudiziaria, gravida di sviluppi sgraditi. Solo voci senza riscontri, ma capaci di destabilizzare l'ambiente.

Per chiudere il cerchio, l'ultima frontiera dell'«ansia da Transatlantico» è quella delle dimissioni anticipate «salva vitalizio». Probabilmente solo una provocazione, ma l'indiscrezione vorrebbe diversi parlamentari - anche in casa pidielle - pronti a lasciare lo scranno parlamentare per anticipare e annientare gli effetti della riforma previdenziale anti Casta. Una scelta - quella delle dimissioni - che dovrebbe comunque essere votata dalle Camere, ma che meglio di qualunque dichiarazione descrive il clima.