20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Caso Lavitola-Tarantini

Berlusconi: «Sulla mia persona infinite falsità»

Messaggio del Premier ai «Promotori della Libertà». Di Pietro: «Berlusconi fugge, Napolitano sciolga le Camere». Dalla latitanza parla Lavitola per attaccare il Corsera

ROMA - Sono state dette «infinite falsità» sul conto di Silvio Berlusconi: lo dice lui stesso concludendo un messaggio ai Promotori della libertà, nel quale, dopo aver commemorato il decimo anniversario dell'11 settembre, rivendica il merito di aver approvato la manovra economica e incoraggia i promotori della libertà a spiegarne i meriti: «Dovete spiegarlo a tutti, ai nostri sostenitori, ai vostri amici, ai vostri colleghi di lavoro. Forse non basterà quello che abbiamo fatto e quello che voi farete a riequilibrare le infinite falsità che vengono scritte in questi giorni, anche su di me come persona - conclude il Presidente del Consiglio - ma io credo che sarà di certo sarà una missione positiva, una missione di verità».

Di Pietro: «Berlusconi fugge, Napolitano sciolga le Camere» - «Il presidente del consiglio non aveva nessun impegno istituzionale per martedì prossimo, quando avrebbe dovuto incontrare i pm che indagano sulle attività e i sospetti ricatti della coppietta Lavitola-Tarantini. Se l'è inventato per sfuggire, ancora una volta, ai magistrati. Ha scritto lui al presidente della Commissione europea Barroso, chiedendo di essere ricevuto proprio quel giorno». Lo ha scritto il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sul suo blog www.antoniodipietro.it.
«Immagino - prosegue Di Pietro - quanto debba essere imbarazzante per i vertici della Ue dover tenere bordone a un uomo che vuole usare le istituzioni europee come fa da anni con quelle italiane, per ostacolare la giustizia e sottrarsi alle sue responsabilità. Immagino pure quanto danno stia facendo un presidente del consiglio in fuga perenne all'immagine del Paese.
Ma a Berlusconi di tutte queste faccende, degli interessi del Paese, dei guai dei suoi concittadini, del disastro economico in cui ci troviamo, non gliene importa proprio niente. La sola cosa che conta per lui è scappare dalle sue responsabilità personali, penali e anche politiche. Come non si presenta dai giudici, così non si presenta in Parlamento quando viene votata la manovra che renderà la vita molto più difficile a tanta povera gente. E' un vigliacco che non vuole rispondere mai di quello che fa perché si ritiene al di sopra della legge e non vuole nemmeno che la sua immagine sia legata alla scellerata manovra che porta la sua firma. Un presidente del consiglio che passa il tempo a fuggire, che mentre il Paese frana passa ore al telefono con torbidi ricattatori e addirittura gli consiglia di darsi latitanti, che usa le istituzioni europee come un nascondiglio, è un pericolo pubblico. La sua permanenza al governo ci rende non credibili agli occhi del mondo, delle istituzioni internazionali e dei mercati. Ma quella mancanza di credibilità non la pagano Berlusconi, i suoi ministri-maggiordomi o i suoi parlamentari pagati: la paghiamo tutti noi, la pagano i cittadini. E' ora - conclude Di Pietro - che chi ne ha la responsabilità istituzionale, il presidente della Repubblica, prenda atto del danno immenso che crea un presidente del consiglio che pensa solo a scappare e a nascondersi e si assuma la responsabilità di agire di conseguenza, sciogliendo le camere».

Dalla latitanza parla Lavitola per attaccare il Corsera - Valter Lavitola, il direttore de l'Avanti! accusato di estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi, parla dalla latitanza per prendersela con il Corriere della Sera per via di un articolo pubblicato oggi sulla moglie Stella. «Sto cercando di dare ascolto al mio avvocato che mi esorta a non rilasciare dichiarazioni. Sostiene che si tratta di una doverosa forma di rispetto verso il lavoro dei magistrati. Stamane però non posso», dice Lavitola, in un comunicato stampa inviato alle agenzie.
«Magari - continua - si scoprirà che l´Avanti! era un bollettino usato per fini criminali da un losco pseudo direttore», ma «non credevo che il Corriere della Sera potesse pubblicare un articolo come quello di Caccia, di oggi. Perchè è necessario parlare di mia moglie, mio figlio, dei miei suoceri, che è vero amo come se fossero miei genitori? Perchè dare l´indirizzo preciso della loro casa? Perchè parlare di mia cognata? Non si è badato nè alla privacy nè alla sicurezza, solo per scrivere cretinate. Mi sento dal profondo del cuore solo di dir loro «vergogna».