«La manovra stimoli la crescita»
Il giornale economico: «In Italia la stagnazione non è solo una fase. Il settore privato è immobile da anni»
NEW YORK - In un editoriale non firmato il Wall Street Journal critica la manovra finanziaria del governo italiano e avverte che il «ristagno economico non è solo una fase». Secondo il quotidiano finanziario americano, «il nuovo piano porta l'Italia verso il pareggio di bilancio entro il 2013...ma non include alcuna indicazione che l'economia italiana riprenderà a crescere. Se l'estate di austerity dell'Italia ha insegnato qualcosa: è che le economie non possono ritornare a prosperare con tagli e nuove tasse».
Le misure di «austerity , unite agli acquisti di titoli di Stato da parte della Banca Centrale Europea, potrebbero consentire all'Italia di pagare i propri conti per altri due anni. Ma il Paese non uscirà dalla lista nera fino a quando non libererà nuovamente gli italiani, consentendo loro di fare ciò che li aveva messi al centro dell'universo commerciale: investire, innovare e prosperare».
«Il vice direttore generale di Bankitalia, Ignazio Visco, ha lanciato un campanello di allarme martedì quando ha detto a una commissione del Senato che troppe misure di austerity non controbilanciate da altrettante misure di stimolo alla crescita economica porterebbero a un rischio di stagnazione. In linea di principio ha ragione - continua l'editoriale - anche se gli italiani prima si accorgono che la stagnazione è più che una semplice fase, meglio è per loro».
«Il settore privato è immobile da anni» - Per il Wall Street Journal, l'indebitamento dell'Italia ammonta a circa un quarto dell'esposizione debitoria dell'intera Eurozona ma, «questo non sarebbe un problema se il suo settore privato non fosse immobile» da anni. «Dopo la Seconda guerra mondiale e negli anni iniziali del mercato comune, il prodotto interno lordo italiano cresceva a un ritmo del 5% o più all'anno. Poi venne l'Autunno Caldo del 1969-70 che - secondo l'elogio del periodo pubblicato online della rivista Socialist Worker - 'è esploso a Milano a settembre quando Pirelli ha cominciato a importare gomme dalla sua fabbrica greca'. I successivi scioperi generali hanno portato ad assunzioni da parte del settore pubblico...e al dominio dei sindacati caratteristico dell'economia italiana. Pirelli e altri hanno esportato le loro attività...e l'Italia è rimasta con un'economia sempre più limitata che, nell'ultimo decennio, è cresciuta a un ritmo medio inferiore all' 1% annuo».
La coalizione di centrodestra ha parlato di liberalizzazioni ma - nota il quotidiano finanziario - il piano del ministro dell'Economia Giulio Tremonti non porta ad altro che «alla liberalizzazione futura di alcune attività pubbliche e a regole meno stringenti sugli orari di chiusura delle attività. Se non altro, le proposte della coalizione evitano di peggiorare le cose, almeno in un settore: cancellando la proposta tassazione aggiuntiva del 5 e 10% sui redditi superiori ai 90.000 e ai 150.000 euro, ha risparmiato agli italiani una delle peggiori idea di quest'estate. Non si può dire la stessa cosa degli aumenti nella tassazione sui profitti in conto capitale».
Per il Wall Street Journal, «il cambiamento più rilevante riguarda l'accordo per abolire le province che, liberando le risorse che questi intermediari hanno per troppo tempo consumato, porterà a un risparmio annuo di circa 2 miliardi di euro...che andranno ad attutire i tagli da 9 miliardi di dollari agli enti locali».