Bossi «scappa» dal Cadore dopo la cena con Tremonti
Il Senatur già ieri pomeriggio aveva evitato i giornalisti. Boso: «Bossi e Tremonti molto preoccupati per l'economia». Reguzzoni: «I mercati vogliono lo sviluppo»
CALALZO DI CADORE - Chiusura anticipata di vacanza Umberto Bossi in Cadore, che ieri sera ha lasciato l'hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore dopo una cena con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel giorno del suo compleanno, e il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. Il leader leghista ha preferito lasciare nella notte la sua camera che aveva prenotato anche per oggi all'hotel Ferrovia dell'amico Gino Mondin, con sorpresa dei cronisti che lo attendevano per la consueta «chiacchierata» notturna a cui sovente si concede durante la pausa estiva.
Già nel pomeriggio di ieri, Bossi, che ha pranzato con Tremonti e Calderoli, aveva evitato i giornalisti uscendo da una porta secondaria per recarsi all'inaugurazione con Tremonti di un elettrodotto a Forni di Sopra, in provincia di Udine, mentre davanti all'albergo un gruppo di militanti del Pd protestavano contro i tagli della manovra, in pomeriggio costellato di contestazioni isolate di privati cittadini di passaggio e del gruppo autonomista del bellunese. Poi, in serata, la decisione di fare ritorno nella sua residenza di Gemonio.
Per ora, rimane confermata la sua presenza, stasera a Schio, per un comizio a una festa della Lega e sabato 20 ad Alzano Lombardo, per la Berghem Fest.
Militanti pd e autonomisti, sit-it davanti all'hotel di Bossi - Alcune decine di militanti del Pd e del Gruppo autonomista della provincia di Belluno hanno protestato ieri davanti all'hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore, che ospita il leader della Lega Nord Umberto Bossi e il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.
I dimostranti, che provengono dalla zona di Feltre, dalla provincia di Belluno e dal Cadore, chiedono lo stop ai tagli previsti dalla manovra. Il gruppo autonomista, che ha raccolto 18mila firme per il passaggio dei comuni della provincia di Belluno al Trentino, espone lo striscione «Via dal Veneto subito».
Protesta anche la Confcommercio di Belluno: a far opera di sensibilizzazione dei giornalisti al seguito di Bossi all'hotel Ferrovia il presidente della Federalberghi, Gildo Trevisan, che chiede «non solo tagli, ma anche sviluppo» e «sostegno alla montagna da sempre abbandonata a se stessa».
Sempre davanti all'albergo che ospita Bossi a protestare è stato Luca De Carlo, sindaco di Calalzo di Cadore eletto con lista civica nel Pdl, che ha fatto esibire uno striscione con cui chiede la riforma della legge elettorale e la reintroduzione delle preferenze. Ieri era stata la volta del presidente della Provincia di Belluno, che si era presentato con la bandiera dell'istituzione listata a lutto per i tagli subìti con la manovra, prima di incontrare il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, che ha tentato di rassicurarlo. Ma sia ieri sia oggi, alcuni passanti, a piedi o in auto, hanno lanciato slogan contro i ministri: «Cialtroni andate a casa». «Giulio, sei finito».
Reguzzoni: «I mercati vogliono lo sviluppo» - Non è ancora convinto di questa manovra economica il capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, Marco Reguzzoni, che ha manifestato i propri dubbi in un'intervista al Corriere della Sera. «L'ho sempre detto, i mercati non vogliono manovra di questa natura. Meglio: sono necessarie ma non sufficienti». Secondo il parlamentare leghista la priorità «dovrebbe essere il pensare alla crescita, allo sviluppo, ai provvedimenti che servono a far ripartire l'economia». Le misure prese, infatti «Sono dolorose, necessarie ma non risolvono il problema». Questo perchè «I mercati vogliono la crescita e se non la vedono scommettono sulla caduta». Di questo, Reguzzoni ammette di averne parlato con il ministro Tremonti cui il capogruppo del Carroccio ha spiegato «Se non cresciamo siamo morti».
«Non si devono toccare nè le pensioni nè i Comuni. Qui si sta parlando dei servizi essenziali dello Stato. Certo, però, che sui Comuni siamo arrivati molto vicini al livello di insostenibilità». Anche per questo Reguzzoni ha annunciato che la Lega «Darà battaglia nel difendere le prerogative essenziali del pubblico: sanità, enti locali...».
Quanto invece al presunto progetto del ministro Tremonti di riportare il Tfr in busta paga, Reguzzoni non si è sbottonato: «E' un'ipotesi, appunto, cui sta lavorando Tremonti. Di più non so dirle».
Boso: «Bossi e Tremonti molto preoccupati per l'economia» - «Bossi e Tremonti sono molto preoccupati per la situazione economica. Ma molto, molto, molto». Lo ha detto l'ex parlamentare della Lega Erminio Boso, che ha incontrato ieri a pranzo il leader della Lega Umberto Bossi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli.
Boso, che si è trattenuto tutto il pomeriggio all'hotel Ferrovia di Calalzo di Cadore, dove alloggia Bossi per una breve vacanza, interpellato dai giornalisti ha riferito che durante l'incontro «Tremonti aveva accanto un suo collaboratore che gli controllava l'andamento delle Borse, sia l'americana sia le europee».
L'analisi che è stata fatta è che «si sta veramente mettendo male» anche perché «i mercati non hanno creduto alle proposte che hanno fatto Sarkozy e la Merkel». Su tali proposte, da Tremonti «un solo passaggio», ha riferito Boso: «Alla fine questi signori devono fare gli eurobond se vogliono salvarsi».
Sullo scudo fiscale Tremonti - ha detto Boso - ha confermato che non è in agenda. Ma è «aperto» a suggerimenti, purché «i conti tornino», perché Tremonti non vuole «portare la povertà in Italia». E su eventuali nuovi interventi per l'economia «non si è sbilanciato. Voglio vedere i conti, i numeri», ha detto.
In corso, secondo quanto riferito da Boso, ci sarebbe «un attacco speculativo» nei confronti delle banche italiane, una «becera speculazione» allo scopo di conquistare le banche a prezzi da saldo. Ma la fiducia nel ministro dell'Economia, da parte dei leghisti, è intatta: «Tra Lega e Tremonti - ha detto Boso - c'è una grande alleanza».
Boso ha infine spiegato che con Bossi e Tremonti a pranzo si è parlato «anche di questioni che interessano il territorio, per esempio la nomina di un sottosegretario senza portafoglio per i progetti di montagna, vediamo che cosa ne esce».
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