20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Domani dopo l'incontro con le parti sociali

Alfano: Vertice del Pdl su misure allo studio del Governo

Il Ministro Galan: «Silvio può farcela se scarica Tremonti». Gasparri: «Confronto con chi vuole riforme». Cicchitto: «Nessun cambio di Governo, sarebbe da irresponsabili»

ROMA - Domani, al termine dell'incontro del governo con le parti sociali, il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, ha convocato un vertice sulla crisi internazionale e sulle misure allo studio dell'esecutivo.
L'appuntamento - riferisce un comunicato stampa - è presso la sede del partito, in via dell'Umiltà a Roma. Sono stati invitati a partecipare i capigruppo, i coordinatori e i ministri che hanno preso parte all'incontro con le parti sociali.

Galan: «Silvio scarichi Tremonti» - Anche nella bufera della crisi economica Silvio Berlusconi «può farcela». A condizione però «che si liberi di chi come Giulio Tremonti intona la solita litania dei no».
Parola del ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan, in una intervista al quotidiano Il Piccolo. Bisogna avviare riforme coraggiose, dunque, «chiudere le Province e tutti gli enti inutili, vendere Poste e municipalizzate, liberalizzare e privatizzare».
Secondo Galan il premier dovrebbe «tornare a essere quello di Vicenza in quel famoso discorso agli industriali. Esca dagli schemi tradizionali, superi mosse e mossette, manovre e manovrine. Anziché alle forze politiche, ai Fini e Casini, parli alla gente come faceva all'inizio. E dica agli italiani che questa è la ricetta: chi vuole lo segua». Per il ministro la rivoluzione liberale si può fare anche in tempi di crisi: «So che uomini come Tremonti dicono che non si può. Come non si può abbassare le tasse. E invece, uomini come me, dicono che si può e si deve fare».
Galan non pensa a se stesso come sostituto di Tremonti al ministero dell'Economia: «Sarebbe una tragedia, quello che conta è cambiare marcia». E se Berlusconi non si libera di Tremonti, è il ragionamento dell'ex governatore veneto, non ci riuscirà: «Credo proprio di no». Secondo Galan peraltro l'attuale ministro dell'economia è stato a lungo punto di riferimento per «un gioco di ruolo. E' stato appoggiato dalla sinistra perché visto come potenziale successore di Berlusconi. Il fatto che la sinistra sia stata accecata dall'obiettivo di far fuori il Cavaliere le ha impedito di proporre un'alternativa, persino di governare quando le è capitato di farlo. Tremonti ha goduto di questo vantaggio e ha retto bene pur essendo senza simpatie e senza voti. Ha usato anzi i voti della Lega». E le simpatie «gli sono derivate da un potere immenso, quello di un ministero che va diviso al più presto. E' abnorme e sconveniente che un solo ministro gestisca entrate, uscite e il loro controllo. Peggio di un conflitto di interessi».

Martino: «Grave l'acquisto di titoli da parte della BCE» - «Siamo di fronte a una crisi di fiducia, ecco perchè l'acquisto dei titoli di Stato non basta, e poi il fatto che la Bce abbia acquistato titoli di stati membri è gravissimo». Lo sostiene Antonio Martino, esponente del Pdl ed ex ministro della Difesa in un'intervista al Quotidiano nazionale.
Per Martino l'intervento della Bce sui titoli è «gravissimo perchè viola il trattato di Maastricht. Se la Banca centrale europea compra titoli di stato nazionali lo fa stampando moneta, quindi con il rischio di generare inflazione a livello continentale» perciò a suo avviso «abbiamo fatto male a chiederlo. Per ridare credibilità ai nostri titoli di Stato e ridurre così lo spread servono invece riforme - insiste l'esponente del Pdl -. E i paesi che non rispettano i vincoli vanno non multati ma semplicemente espulsi dall'area euro. Sennò, come sta accadendo ora, rischia di saltare l'euro stesso».

Gasparri: «Banco di prova. Confronto con chi vuole riforme» - «La crisi mondiale è un banco di prova per tutti. Ma in Italia rappresenta una sfida soprattutto per l'area politica alternativa alla sinistra. Chi se non il centro-destra, anche un nuovo centro-destra frutto di un allargamento e di una ricomposizione di quest'area, può fare scelte chiare sulla spesa pubblica, il pareggio di bilancio, le privatizzazioni, la previdenza, la modernizzazione del mercato del lavoro, l'uscita della politica dai servizi pubblici locali?». E' quanto afferma il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.
«Le misure necessarie riguardano questioni che la sinistra non è in grado di affrontare con le sue ricette dannose, costose e portatrici di sicuri danni - prosegue Gasparri -. Al di là delle scontate polemiche sul governo la realtà è questa. Per il presente e per il futuro. Il Pdl cercherà il confronto in Parlamento con quanti vogliono procedere in questo percorso di riforme. Non ci si può limitare a soluzioni parziali. Occorre un grande sforzo. Che investa anche la riforma della politica e i suoi costi».

Cicchitto: «Nessun cambio di Governo, sarebbe da irresponsabili» - «Invece di rispondere sul merito delle questioni poste e anche accennate nella lettera del ministro Sacconi al Corriere della Sera, Damiano fa un cattivo servizio a se stesso e alla sua indubbia competenza sull'argomento riproponendo ancora una volta il problema del cambio del governo che in una situazione di questo tipo indipendentemente dalle diverse valutazioni politiche sarebbe irresponsabilità pura». Lo dichiara in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto.

Rotondi: «Il Governo fa la sua parte, opposizione sia responsabile»«La politica sia esempio di sobrietà e di responsabilità, come ha lucidamente scritto Barenghi su La Stampa. Questa crisi o la si affronta stando uniti o ad affondare è tutto il sistema-Paese. E' una tragedia che tocca tutti e non è figlia di una politica sbagliata del governo». Lo afferma il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi.
«Guardare alle cose italiane, non a quello che accade nel mondo, e alimentare polemiche strumentali non aiuta. Altro che commissariamento dell'esecutivo. Il governo sta facendo la sua parte. L'opposizione segua il solco del confronto nell'interesse del Paese», conclude Rotondi.

Scajola: «Il Pdl deve essere il grande partito dei moderati con Alfano e Casini» - «Si sta aprendo una fase storica in tutto l'Occidente e per noi è il momento di costruire un nuovo percorso. Il Pdl deve arrivare a un congresso costituente, cambiare nome e mettere insieme tutti coloro che si riconoscono nella tradizione cattolica, liberale, riformista». Claudio Scajola, ex ministro, tra gli esponenti di spicco del Pdl, in un'intervista al Corriere della sera, parla del futuro del suo partito e, traendo spunto anche dalle aperture dei centristi al governo sugli interventi per affrontare la crisi economica aggiunge che in un nuovo centrodestra «i nomi importanti sarebbero quelli di Casini e Alfano. Un grande partito dei moderati - spiega - può ridare coerenza politica a uno scenario frammentato da personalismi».
A proposito dell'emergenza finanziaria italiana Scajola dice di aver apprezzato le parole di Romano Prodi, secondo il quale «nella tempesta non si cambia il pilota», quelle di Casini che rappresentano «un contributo ad affrontare una crisi difficile in un rapporto di collaborazione» e per certi versi anche quelle di Mario Monti anche se mette in guardia dal significato di quell'intervento: «Ho trovato alcune considerazioni di Monti condivisibili - dice l'ex ministro - ma ho la sensazione che oggi la politica, dagli Usa alle democrazie occidentali, sia in forte crisi...e questo attacco parossistico per indebolirla che arriva da caste meno visibili e meno trasparenti come i poteri economici, la magistratura, i sindacati o i giornali, nasconde altro».
Infine tra i provvedimenti necessari Scajola inserisce anche la «riforma elettorale, perchè la cosa preoccupante è il bassissimo livello di considerazione dell'opinione pubblica nel Parlamento, io non sono un grande fautore delle preferenze ma si deve ragionare. I cittadini deve essere messo in grado di poter scegliere».

Bertolini: «Di Pietro e Bersani sono nell'angolo» - Attacco a Pd e Idv da parte del vicepresidente dei deputati del PdL, Isabella Bertolini, che ha sottolineato: «Di Pietro e Bersani sono politicamente all'angolo dopo essere stati surclassati da Casini. Il leader dell'Udc si é distinto nell'opposizione, operando una scelta di responsabilità e mettendo nell'ombra del politicamente scontato gli altri due».
In particolare «Di Pietro continua ad interpretare il solito copione, inseguito dal segretario Pd. Come dei dischi rotti invocano pratiche da prima repubblica di fronte ad uno scenario che richiederebbe un comportamento improntato all'esclusiva tutela dell'interesse nazionale. Fino ad oggi non é stato così.r> MiMi auguro - ha concluso - che di fronte alle difficoltà del Paese un minimo di sano patriottismo cominci a fare breccia anche nella sinistra italiana».

Capezzone: «Occasione unica per le liberalizzazioni» - «Ex malo bonum: il compito della buona politica è quello di trarre da un male un bene. Così, dalla grave crisi mondiale e dai suoi riflessi sul nostro Paese, e anche dai suggerimenti e dalle indicazioni delle istituzioni europee, l'Italia può trarre un'occasione più unica che rara di mettere mano a profonde riforme liberali». A dirlo è stato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, intervenendo sulla crisi economica che ha investito il nostro Paese.
Per il politico del Pdl: «Privatizzazioni e liberalizzazioni; interventi su mercato del lavoro e welfare; una riforma della previdenza che tenga conto di tendenze anagrafiche ormai consolidate: sono tutte cose che servono al Paese, che possono facilitare il recupero di risorse importanti, ma soprattutto possono aiutarci a prendere la strada di una crescita più sostenuta, quella che all'Italia manca da molto tempo. Su tutto questo - ha concluso - c'è da augurarsi che scatti una sfida in positivo tra le forze politiche: per chi spinge di più sul terreno della modernizzazione del Paese».

Casoli: «Da Orlando parole grosse e demagogia» - «Leoluca Orlando anche oggi ci serve a tavola il solito mix di chiacchiere inutili, parole grosse e demagogia, condito dalla sciagurata richiesta di una crisi di governo. Proprio il contrario di quello che serve al Paese in questo momento di fibrillazione per tutti i mercati internazionali». Lo dichiara in una nota il vicepresidente dei senatori del Pdl Francesco Casoli.
«La conferma, qualora ve ne fosse ancora bisogno - prosegue - che una certa opposizione preferisce i meschini interessi di bottega a quelli della coesione nazionale. Chi si dovrebbe vergognare dunque è proprio l'Orlando furioso».