16 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Manovra finanziaria

Al Senato via libera giovedì. Pd: «Ok ma il Governo se ne vada»

L'incontro con il Ministro Tremonti suggella l'intesa. Giorgio Napolitano si è limitato a far trapelare il suo «vivo apprezzamento»

ROMA - Il via libera del Senato alla manovra è previsto entro le 14 di domani, giovedì. Qualora il Governo dovesse far ricorso al voto di fiducia, si rinuncerà alla discussione generale sul provvedimento. Sono i tempi di approvazione discussi ieri sera nel corso del vertice dal presidente del Senato, Renato Schifani, con i ministri Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e i capigruppo di maggioranza e opposizione a Palazzo Madama. Le opposizioni confermano così la linea della «responsabilità» chiesta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dando il via libera ad un esame lampo sia al Senato che alla Camera dove il testo, che serve a garantire il pareggio di bilancio entro il 2014, verrà licenziato entro venerdì. Ma resta il voto contrario e soprattutto la richiesta, ripetuta a più riprese dal Pd, di dimissioni del governo.

L'incontro tra i rappresentanti delle opposizioni e Giulio Tremonti a palazzo Madama ha suggellato l'intesa, con da una parte il titolare di via XX settembre che ha ringraziato Pd, Idv e Terzo polo per l'atteggiamento tenuto e dall'altra le opposizioni che hanno potuto esprimere soddisfazione perchè con l'ok ad alcune loro modifiche la manovra sarà «meno ingiusta».
La linea della responsabilità chiesta dal Colle non può far dimenticare che la debolezza dell'esecutivo guidato da Silvio Berlusconi richiederebbe un altro governo secondo il leader del Pd, Pier Luigi Bersani: «noi facciamo la nostra parte ma Berlusconi non è un elemento di fiducia nè per l'Italia nè per il contesto internazionale». Hanno ripreso a circolare in queste ore anche voci di possibili governi tecnici o di transizione, ma probabilmente si tratta più che altro di auspici, segnali reali in questo senso dalla maggioranza al momento non se ne vedono.

Intanto, ufficialmente Giorgio Napolitano si è limitato a far trapelare il suo «vivo apprezzamento» per l'accelerazione dell'iter parlamentare, ma resta la vigile attenzione del presidente della Repubblica in queste ore segnate dall'instabilità dei mercati finanziari: a partire dal suo appello di ieri a «un impegno di coesione nazionale».

Ieri sono stati numerosi gli appelli al senso di responsabilità. Anche da Silvio Berlusconi che ha spezzato il silenzio mantenuto dopo la condanna a risarcire la Cir con una nota. «Dobbiamo essere uniti, coesi nell'interesse comune, consapevoli che agli sforzi e ai sacrifici di breve periodo corrisponderanno guadagni permanenti e sicuri. Questa deve essere oggi la nostra risorsa fondamentale». L'intervento di correzione messo in atto con la manovra, ha detto il premier, è «efficace e credibile», i suoi contenuti saranno «rafforzati», ma ora «occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia», ha aggiunto.