Forno, con le trascrizioni si risolve il giallo del «bordello»
Verbale dell'intervento del Pm all'udienza preliminare davanti al Gup del 27 giuglio
MILANO - Si risolve, leggendo la trascrizione dell'udienza di lunedì scorso nel caso Ruby, il giallo sull'uso del termine «bordello» citato dal procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno. «E qui abbiamo proprio tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l'arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l'amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti, colui che si occupa della location, oggi si direbbe della loro collocazione adeguata, che poi è anche una forma di retribuzione» è quanto si legge nel verbale di udienza redatto da fonoregistrazioni, il 27 giugno scorso, giorno in cui nel corso dell'udienza preliminare davanti al Gup Maria Grazia Domanico, Forno ha chiesto il rinvio a giudizio di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora, indagati a vario titolo di favoreggiamento, induzione della prostituzione, anche minorile, nel caso Ruby.
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