2 maggio 2024
Aggiornato 22:00
Folla e fiori, Pasqua in piazza San Pietro

Papa, Accogliamo profughi africani, pace in Libia e Medio Oriente

Centomila fedeli in piazza San Pietro per il rito della messa di Pasqua celebrata dal Papa e la benedizione «urbi et orbi»

CITTÀ DEL VATICANO - Con un invito ad accogliere i profughi dell'Africa il Papa ha messo le rivolte del mondo arabo e il loro riflesso migratorio sull'Europa al cuore del tradizionale messaggio urbi et orbi pronunciato a conclusione della messa di Pasqua in piazza San Pietro.

«Ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti», ha detto Benedetto XVI. «Gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all'accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli. A quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa direzione - ha aggiunto - giunga il nostro conforto e apprezzamento».

Ad ascoltare Benedetto XVI, affacciato dal loggione centrale della basilica vaticana, una piazza San Pietro traboccante di fedeli. Una folla che occupava anche l'ultimo tratto di via della Conciliazione e che raggiungeva, forse, le centomila presenze. Nella piazza, i decori floreali inviati come ogni anno dall'Olanda.

Al Nord Africa il Papa ha dedicato ampi passaggi del suo discorso alla città e al mondo. Benedetto XVI ha poi speso parole di incoraggiamento per «quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede» in tutto il mondo e ha auspicato «la pace e la dignità» dei popoli del Medio oriente. Ha ricordato i giapponesi colpiti dal terremoto e ha esortato gli abitanti della Costa d'Avorio a «un cammino di riconciliazione e perdono».

Poi, al momento dei saluti ai fedeli presenti in piazza San Pietro o collegati in mondovisione, un messaggio all'Italia: «Il Signore Risorto risvegli nei singoli, nelle famiglie e nelle comunità un desiderio ancor più grande di unità e di concordia». Saluto al quale ne sono seguiti altri 64 nei diversi idiomi, dall'inglese all'esperanto, dall'arabo all'ebraico, fino al finale latino: In resurrectione tua, Christe, caeli et terra laetentur.