7 maggio 2024
Aggiornato 09:00
Crisi libica

Dopo un mese di angoscia finisce l'incubo per Asso 22

Undici membri dell'equipaggio giungeranno domani sulle coste siciliane

NAPOLI - Dopo oltre un mese di angoscia e preoccupazione è finito, nella tarda serata di ieri, l'incubo del rimorchiatore Asso 22 sequestrato da uomini armati del colonnello Gheddafi nel porto di Tripoli lo scorso 19 marzo. Alle ore 23.09 di ieri la nave, di proprietà della Augusta Offshore, ha abbandonato il porto libico dirigendosi nelle acque internazionali. Dopo aver navigato per l'intera notte è stato poi preso in carico da una nave della coalizione i cui medici di bordo hanno visitato gli undici membri dell'equipaggio «rapiti». Gli otto italiani, i due indiani e il cittadino ucraino stanno bene e potranno, così, fare finalmente rientro a casa.

Il rimorchiatore approderà nella tarda mattinata di domani o al massimo nel pomeriggio in un porto siciliano non ancora individuato. Da qui, poi, i marittimi potranno fare ritorno nelle rispettive zone di provenienza. In questi oltre trenta giorni il personale dell'Asso 22 ha potuto, in più occasioni, essere in contatto sia con le proprie famiglie ma anche con la compagnia armatrice. I libici, secondo quanto ricostruito dal presidente dell'Augusta Offshore Mario Mattioli, hanno avuto sempre un comportamento «umano» permettendo anche i rifornimenti di cibo. Nonostante questo, però, la situazione era comunque delicata ed è servita tutta la diplomazia possibile per poter arrivare ad una conclusione felice della vicenda. Lo stesso Mattioli, incontrando la stampa a Napoli, ha spiegato che non è stato pagato alcun riscatto, ma che la via diplomatica è stata l'unica seguita per il rilascio dell'equipaggio. Incerti, però, i motivi all'origine del sequestro. L'armatore ha sostenuto, però, che una nave italiana con equipaggio italiano possa essere stato «un deterrente o una sorta di assicurazione».

In questi giorni di tensioni un ruolo fondamentale è stato svolto dal comandante della nave, Luigi Chiavistelli, che ha «gestito con grande professionalità, umanità ed equilibrio una situazione che non è stata facile». La liberazione degli undici membri dell'Asso 22 ha reso felice non solo i parenti dei marittimi, ma anche lo stesso Mattioli che ha parlato di un «grande lavoro di squadra». «Sarà una Pasqua specialissima e non ce l'aspettavamo - ha detto - si è sciolto un momento di tensione molto forte». Ringraziando l'unità di crisi della Farnesina, il presidente di Augusta Offshore ha poi dato atto ai suoi collaboratori imbarcati sull'Asso 22 di non aver mai perso la calma e di aver continuato a lavorare normalmente seguendo ognuno le proprie mansioni nonostante, per un mese intero, la nave ormeggiata nel porto di Tripoli avesse costantemente a bordo uomini armati.