3 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Il rinvio chiesto dal Pdl

Slitta il Processo breve, ma non si sa a quando

Le opposizioni cantano vittoria. La proposta di rinvio chiesta dal Pdl. La richiesta del Pd di rispedire il testo in commissione è stata battuta per due voti. La conferenza dei capigruppo ha cala

ROMA - Nella lunga riunione di quasi un'ora seguita al dibattito su quale dovesse essere l'interpretazione del calendario è mancato un accordo tra maggioranza e opposizione, di conseguenza il presidente della Camera ha spiegato in aula che i lavori riprenderanno martedì seguendo l'ordine del giorno già scritto, ossia si comincerà con il conflitto di attribuzione, poi con il ddl sui piccoli comuni, la legge comunitaria e, solo all'ultimo punto, il processo breve.

LA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO: SLITTA AL QUINTO POSTO MARTEDI’ PROSSIMO - Slitta al quinto punto all'ordine del giorno del calendario di martedì in Aula alla Camera il ddl sul processo breve. Lo ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio Gianfranco Fini al termine della conferenza dei capigruppo.

LA PROPOSTA DI RINVIO E’ STATA AVANZATA DAL PDL - L'esame del ddl sul processo breve slitta a martedì prossimo, 5 aprile: l'Aula della Camera ha approvato a larga maggioranza, infatti, la proposta del Pdl di sospendere per oggi la discussione sulla quale anche il Pd si è espresso a favore.

BOSSI: ERA MEGLIO SE LA RUSSA IERI NON AVESSE PROVOCATO LA BAGARRE - La bagarre ieri in Aula sul voto per l'inversione dell'ordine del giorno sul processo breve «era meglio non ci fosse stata. Non bisogna perdere tempo ma accelerare». Lo ha detto il leader della Lega, Umberto Bossi, interpellato alla Camera.

BALDELLI (PDL): AUSPICO UN RASSERENAMENTO DEL CLIMA - Il Pdl ha chiesto in Aula alla Camera la sospensione dell'esame del ddl sul processo breve per riprenderlo martedì prossimo, il Pd invece che il testo venga rinviato in Commissione. Sulle proposte si esprimerà l'Assemblea con una votazione.
Il relatore Maurizio Paniz ha dato parere positivo, è arrivata da Simone Baldelli: «Auspico un rasserenamento generale del clima. Il rinvio del ddl sarebbe una scelta opportuna».

GIACCHETTI (PD) AVEVA CHIESTO IL RINVIO IN COMMISSIONE. PROPOSTA BOCCIATA PER 2 VOTI - Il Deputato del Pd, Roberto Giochetti,aveva chiesto un rinvio in commissione del provvedimento.

FRANCESCHINI: RESA INCONDIZIONATA DELLA MAGGIORANZA - «Una resa incondizionata la richiesta di rinvio a martedì per il processo breve avanzata dal Pdl, su cui il Pd è d'accordo». Lo ha detto in Aula il capogruppo alla dei Democratici Camera, Dario Franceschini.
«Noi che siamo contro questa legge siamo a favore della richiesta del Pdl», ha premesso Franceschini sottolineando «lo spettacolo indecoroso cui abbiamo assistito in questi giorni».

IERI LA MAGGIORANZA HA CHIESTO DI ACCELERARE, OGGI CHIEDE IL RINVIO - «Ieri - ha aggiunto - con un atto di arroganza parlamentare avete fatto la richiesta di inversione dell'ordine del giorno» sul processo breve, per accelerarlo e oggi, sullo stesso provvedimento c'è, con la richiesta di rinvio in Commissione, da parte del Pdl «una resa incondizionata dopo 24 ore in cui siete riusciti solo a scatenare risse nel Parlamento e altre tensioni».
E' ora, ha concluso, di «finirla. Non dimenticate che il Paese nella situazione in cui è ha diritto di avere Governo che governa e no dà la priorità solo ai problemi processuali del loro capo».

SACCONI: LA MAGGIORANZA HA I NUMERI PER GOVERNARE - La maggioranza ha i numeri per governare e lo farà fino alla fine delle legislatura malgrado i tentativi dell'opposizione di destabilizzare il Parlamento. Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a margine della firma dell'accordo su Electrolux parlando delle 'liti' in Aula alla Camera relative al ddl sul cosiddetto processo breve.

E’ SOLO UN VANO TENTATIVO DI DIMOSTRARE CHE C’E’ INGOVERNABILITA’ - «Vedo un tentativo di dimostrare l'ingovernabilità del Parlamento - ha detto Sacconi - da parte dell'opposizione e di Futuro e libertà. Questo significa che la maggioranza è ancora più impegnata a dimostrare nei fatti e con gli opportuni comportamenti la inesorabile legge democratica dei numeri in base alla quale un Parlamento che ha una maggioranza che tende ad allargarsi è un Parlamento in grado di governare».

CASINI: ALFANO RIFLETTA E TORNI ALLA NORMALITA’ - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha chiesto al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di ripensare il provvedimento sul processo breve il cui esame è stato rinviato a martedì prossimo: «Auspico e chiedo ad Alfano di impegnarsi, coerentemente con le sue pronunce di questi giorni, affinché il provvedimento ritorni a una normalità e sono sicuro che il Ministro capisce cosa voglio dire. Mi auguro questi giorni portino consiglio alla maggioranza e che Alfano possa proficuamente intervenire in proposito».

BINDI PREMIATA LA FERMEZZA DELL’OPPOSIZIONE E LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI - Il rinvio alla prossima settimana del ddl sul processo breve è «una sonora sconfitta dell'arroganza di questo governo e questa maggioranza». Ne è convinta la presidente del Pd Rosy Bindi, secondo la quale «è stata premiata la determinazione delle opposizioni e la fermezza della battaglia condotta dal Pd nell'Aula di Montecitorio e con la mobilitazione dei cittadini in difesa della Costituzione e della legalità».
«La nostra battaglia - ha assicurato Bindi - continuerà, noi non ci fermiamo e non ci saranno più settimane ordinarie di lavori parlamentari».

MANCINO: SARANNO A MIGLIAIA GLI IMPUNITI - Migliaia di processi a rischio prescrizione, oltre a una disparità di trattamento tra imputati che può rivelarsi incostituzionale. L'ex vicepresidente del Csm Nicola Mancino mette in guardia dai rischi del ddl sul processo breve che «con l'appendice della prescrizione rapida è una penosa caduta del nostro sistema processuale penale». «Migliaia e migliaia di processi si estingueranno per prescrizione - ha avvertito -.

IL GOVERNO «SPARA» NEL MUCCHIO - Non si è avuto il coraggio - o si è temuto di non farcela! - di sospendere con legge costituzionale i processi a carico dei vertici di organi costituzionali finchè in carica; sia pure limitandola agli incensurati, - nel mucchio - si è preferita la prescrizione breve. Questa disparità di trattamento nei confronti di imputati di identiche fattispecie è proprio in armonia con la nostra Carta fondamentale?», si è chiesto infine Mancino.