Il Governo dà l'ok alla riforma della giustizia tra le polemiche
Berlusconi: «E' un punto di svolta e il caso Ruby non c'entra». Per l'Anm si tratta di una riforma punitiva
ROMA - Il Consiglio dei ministri ha approvato il testo della riforma della giustizia. Il varo del testo è stato salutato con un applauso da parte dei membri del governo. Alla fine del Cdm Berlusconi ha definito la riforma un «punto di svolta» che «non è contro nessuno». Per i magistrati, invece, si tratta di una «riforma punitiva».
ALFANO - Nel corso di una conferenza stampa il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha detto che la riforma non si applica ai processi in corso, conterà quindi dalla sua entrata in vigore e ha poi precisato: «Ora le toghe saranno autonome da correnti e politica». Ha anche rassicurato: «La riforma prevede che sia sempre ammesso l'appello per le condanne di primo grado» e ancora che l'obbligatorietà dell'azione penale «è un principio sacrosanto».
BERLUSCONI: IL CASO RUBY NON C'ENTRA - Il presidente del Consiglio, scusandosi per il cerotto sul volto, ha precisato che il caso Ruby non ha contato nulla sull'accelerazione della riforma della quale, ha detto, non si è mai interessato. Quanto ai processi che lo riguardano: «Sono sempre stato assolto, ho giurato sui miei figli». Ha anche ribadito di «volersi prendere la soddisfazione di partecipare alle udienze dei processi» che lo riguardano. «Sono finalmente riuscito a superare lo sbarramento dei miei avvocati e ho quindi stabilito che la domenica sarà il giorno della preparazione, mentre il lunedì sarà dedicato alla mia presenza in aula».
PUNTO DI SVOLTA - Per il premier si tratta di un «punto di svolta, non è contro nessuno» e, se fosse stata approvata vent'anni fa, non ci sarebbe stata Tangentopoli: «Non ci sarebbe stato l'annullamento di un'intera classe dirigente nel '92-'93, l'abbattimento di un governo eletto dai cittadini nel '94, la caduta del governo di centrosinistra sulla riforma Mastella, e il tentativo attuale di eliminare per via giudiziaria il governo in carica».
ANM: RIFORMA PUNITIVA - E una bocciatura secca è arrivata da parte dell'Associazione nazionale magistrati: «E' una riforma punitiva - hanno scritto in una nota congiunta il presidente dell'Anm Luca Palamara e il segretario generale Giuseppe Cascini - il cui disegno complessivo mina l'autonomia e l'indipendenza della magistratura e altera sensibilmente il corretto equilibrio tra i poteri dello Stato». Secondo Palamara e Cascini quella varata oggi dal governo «è una riforma contro i giudici che riduce le garanzie per i cittadini».
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