Fini orientato a portare il «conflitto d'attribuzione» in Aula
Oggi il presidente della Camera ha rilevato che non esistono precedenti sulla materia. Voto sarebbe palese e a maggioranza semplice
ROMA - Sul conflitto d'attribuzione tra poteri dello Stato chiesto dalla maggioranza contro i giudici di Milano che hanno rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per il caso Ruby, Gianfranco Fini sarebbe orientato a far comunque esprimere l'Aula, proprio come chiesto dal Pdl. E' quanto riferiscono fonti parlamentari.
Non esistono precedenti - Oggi il presidente della Camera, nel corso dell'ufficio di presidenza, ha rilevato che non esistono precedenti sulla materia ed ha quindi investito la Giunta per il Regolamento per un approfondimento del caso. La Giunta, da lui presieduta, si riunirà «una volta concluso l'esame presso la Giunta per le autorizzazioni», chiamata anch'essa, per prassi consolidata, a esprimere un parere. Quindi, sarà la volta dell'Ufficio di presidenza cui una «consolidata prassi procedurale» riconosce, come ha spiegato la terza carica dello Stato, «un ruolo di 'filtro'». Fini ha ricordato tre precedenti in cui «la valutazione negativa» dell'Ufficio di presidenza «ha condotto alla mancata sottoposizione della questione all'Assemblea». E il rischio di una valutazione negativa c'è anche sul caso Ruby visto che Pdl e Lega non hanno la maggioranza in ufficio di presidenza dove l'opposizione può contare su 10 componenti contro 8.
Tuttavia, la decisione finale sulla procedura spetta comunque al presidente della Camera. E, nonostante oggi Fini abbia ricordato precedenti che vanno nella direzione contraria a quella voluta dal Pdl e abbia investito la Giunta per il regolamento con una decisione che la maggioranza ha definito un «eccesso di zelo», fonti parlamentari riferiscono che l'orientamento della terza carica dello Stato sarebbe quello di sottoporre la questione direttamente all'Aula dove il voto sarà palese e la maggioranza semplice. La decisione di oggi di investire la Giunta per il regolamento, infatti, in assenza di precedenti analoghi, sarebbe stato un passaggio «doveroso» nell'ottica dell'imparzialità del presidente della Camera, ancor di più in questo momento, in cui tutti gli occhi sono puntati sul suo doppio ruolo di presidente della Camera e di leader Fli. Si tratta però solo di un passaggio consultivo perché la Giunta esprime un parere non vincolante e l'ultima decisione resta del Presidente.
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