24 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Caso Ruby

Tre cartelle e 20 allegati per motivare la richiesta di conflitto

«Ignorato il giudizio della Camera sulla natura ministeriale del reato del Premier»

ROMA - Sono raccolte in poco più di tre cartelle e venti documenti in allegato le ragioni che i capigruppo della maggioranza Fabrizio Cicchitto per il Pdl, Marco Reguzzoni per la Lega e Luciano Sardelli per i Responsabili hanno elencato nella lettera che hanno inviato al presidente della Camera Gianfranco Fini per chiedere che venga sollevato il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato contro i magistrati milanesi che hanno rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per il caso Ruby.

I tre capigruppo parlano di «operato omissivo» dei pm e del gip di Milano e, precisando di non volere «minimamente entrare nel merito del (a nostro giudizio surreale) processo a carico dell'onorevole Berlusconi» sostengono la «assoluta infondatezza e illogicità dei capi di imputazione».
A loro giudizio la scelta dei magistrati di non passare le carte al Tribunale dei ministri, neanche dopo il voto della Camera che aveva contestato la loro competenza, configurerebbe «una lesione delle prerogative di un altro potere dello Stato: lesione costituzionalmente rilevante». Questione che non può essere «derubricata - hanno scritto i rappresentanti della maggioranza - ad una mera questione di giurisdizione». Cioè: se ne deve occupare la Corte costituzionale e non la Cassazione, come dalla stessa Consulta qualcuno aveva fatto trapelare. Secondo Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli la Camera «sarebbe privata della possibilità di operare l'autonoma valutazione sulla ministerialità del reato» che la Consulta, nella sentenza Frigo sul caso Matteoli, ha affermato. «E si lascerebbe di fatto al giudice ordinario la possibilità di impedire alla Camera l'esercizio delle sue prerogative costituzionali».