Berlusconi: vittima di spionaggio. Non mi dimetto
Duro il Premier: «Dal Presidente della Camera un disegno eversivo». Fini: «Chi vince le elezioni non può ritenersi sopra la legge»
MILANO - Il premier non ci sta e conferma: Non mi dimetto». La nuova presa di posizione è arrivata in un intervento telefonico a un convegno organizzato dall'associazione Noi riformatori. «Non ci sto, non fuggo, non mi dimetto», ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Da Reggio Calabria gli ha risposto il leader di Fli e presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Non voglio infierire, ma il buon nome dell'Italia da qualche tempo a questa parte viene sottoposto a dure critiche per i comportamenti di chi l'Italia la rappresenta». Ed ha aggiunto: «Chi vince le elezioni non può pensare di non dovere rispondere alla legge. La presunzione di innocenza non può essere scambiata per impunità: deve essere presunzione d'innocenza».
Berlusconi ha ricordato che «un'operazione era già riuscita nel 94», quindi «mi difendo da un autentico tentativo di aggressione», ha aggiunto il premier che ha definito la situazione attuale «grave e paradossale. Siamo davanti - ha detto - a un tentativo di modificare gli equilibri del paese, con ricorso ad arma impropria, uso politico della giustizia. Ho reagito ad un'autentica aggressione». E poi «sarei io che aggredisco perché reagisco ad un autentico tentativo di eversione?».
«Spionaggio» - «E' normale che in democrazia un presidente del Consiglio sia sottoposto a intercettazioni, anzi direi a uno spionaggio del genere?» ha aggiunto Berlusconi. Secondo il premier, che ha parlato di ospiti nella sua residenza di Arcore identificati «con dispiegamento di tecniche costosissime», le intercettazioni hanno coinvolto lui stesso, e «non sono state fatte in seguito a una notizia di reato, ma proprio per cercare una ipotesi di reato».
Il premier ha denunciato l'aggressione «politica e mediatica» che secondo lui è stata effettuata anche attraverso la diffusione del dossier consegnato alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, «un volume di quattrocento pagine pieno di brani di intercettazioni per ottenere un effetto mediatico e un effetto politico» con l'obiettivo «visto che le intercettazioni sono inconsistenti e ridicole sul piano giudiziario».
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