Vendola: la presa di posizione della Chiesa era inevitabile
Il leader di Sinistra e Libertà: «Nessuna ingerenza, bisogna rilanciare il dialogo»
ROMA - Sul caso Ruby era inevitabile una presa di posizione della Chiesa. Lo dice Nichi Vendola, leader di Sel, durante la registrazione diOtto e mezzo su La7.
«La reazione di Famiglia Cristiana e il sentimento d'indignazione che serpeggia nelle parrocchie e lo scandalo etico che viene percepito dalla coscienza cristiana - afferma - il rischi che il riferimento religioso sia soltanto un codice formalistico o una furbizia elettorale: tutto questo non poteva non determinare una presa di parola da parte della Chiesa». «C'è uno scandalo grande - prosegue il governatore della Puglia - ed è che le giovani generazioni che fanno fatica a raccontare quale senso di frustrazione e difficoltà hanno di percepire un'idea di futuro, appaiono in forma di una gioventù che mette il proprio corpo come merce di scambio e questo è molto angosciante».
Non è un'ingerenza? «Non credo si tratti di un'ingerenza - replica Vendola - penso che la dimensione pubblica della fede sia un fatto della laicità che vada riscritta e credo noi non dobbiamo avere paura di un confronto nel merito. Ciò che mi fa paura è che non c'è stato mai un dibattito su alcuni problemi che vedono la Chiesa intervenire su scelte che riguardano la scelta di vita delle persone e penso che bisogna andare a discutere con la Chiesa, anche quando ha parole intolleranti. Bisogna rilanciare la sfida del dialogo - conclude - perché viviamo in una realtà complicata ed ognuno è bravo a denunciare il fondamentalismo dell'altro».
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