27 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Caso Ruby

Leone (Pdl): riflessione seria su articolo 68 della Costituzione

Il relatore della domanda di autorizzazione alle perquisizioni domiciliari nei confronti di Silvio Berlusconi: «Viviamo in un sistema impazzito»

ROMA - Il vicepresidente della Camera e relatore della domanda di autorizzazione alle perquisizioni domiciliari nei confronti di Silvio Berlusconi in Giunta a Montecitorio, Antonio Leone, propone una riflessione «seria» sull'immunità parlamentare regolata dall'articolo 68 della Costituzione.
«La squadra speciale per incastrare Al Capone - afferma in una nota - era composta da dieci bravi poliziotti e un intelligente funzionario del fisco. La Procura di Milano per incastrare Berlusconi ha impiegato per un anno 150 uomini tentando di costruire reati inesistenti. Viviamo in un sistema impazzito».

«CAOS PERICOLOSO» - «Il problema - prosegue - è un altro: se non si ristabiliscono gli ambiti costituzionali precisi in cui devono operare i poteri dello Stato, rischiamo di scivolare in un caos pericoloso. E' indubbio che dal 1994 la procura di Milano si è attribuito un ruolo politico, diventando braccio armato di quei partiti che vogliono abbattere Berlusconi per via giudiziaria. Questa è una distorsione del sistema non più tollerabile in un Paese civile. Sarebbe anche ora di una seria riflessione sull'articolo 68 della Costituzione e di quant'altro possa contribuire a restituire ai parlamentari la serenità nell'adempimento del mandato loro affidato dagli elettori».

L'ARTICOLO 68 - Prima della riforma fatta nel 1993, l'articolo 68 della Carta, oltre alle tutele in vigore oggi, stabiliva anche che «senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale», norma poi resa meno stringente in seguito alle inchieste di Tangentopoli. Nella versione attuale l'articolo in questione prevede che «i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazione, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza».