25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
L'affondo

Eutanasia, Avvenire: sconcertante l'elogio di Saviano

«Legalità ad personam». Ci sono leggi che secondo lui e secondo Fazio, campione dei sornioni, si possono violare senza pagare dazio?

ROMA - Affondo contro Roberto Saviano dal quotidiano della Cei Avvenire per il suo discorso a Vieni via con me su fine vita, morte assistita ed eutanasia e, più in generale, per il modo unilaterale in cui trasmissione e conduttore hanno affrontato il tema. «Il campione della legalità - è il titolo di un editoriale odierno del quotidiano dei Vescovi - elogiò la non legge».

«Sappiamo bene che criticare un 'mostro sacro' - si legge nell'editoriale - è partita a perdere. Ma si potrà pure dissentire da Roberto Saviano senza passare per camorristi, fascisti o disfattisti». E «lunedì sera a Vieni via con me è andata in onda una pagina sconcertante di quella 'dittatura dei sentimenti' che sembra ormai voler legittimare ogni tragitto individuale e anche ogni scelta estrema, anche oltre la razionalità umana. Saviano, con la sua performance si è reso colpevole - accusa Domenico Delle Foglie che firma su Avvenire- del più grave degli addebiti che si possono avanzare nei confronti di un cultore della laicità. Ha eliminato con un tratto di penna la cultura del dubbio: ha bruciato in pochi minuti secoli di severa laicità per secoli sbattuta in faccia ai credenti».

«Ci è toccato ascoltare dalla voce di Saviano la 'certificazione' che per una manciata di euro negli ospedali è possibile ottenere l'eutanasia. Lui che è un professionista e un campione della legalità perchè non denuncia alla Magistratura la violazione della legge anziché elogiarla? Ci sono leggi che secondo lui e secondo Fazio, campione dei sornioni, si possono violare senza pagare dazio? Che differenza c'è fra quanti cercano di farsi 'leggi ad personam' e quanti giustificano - domanda Avvenire - chi non si sottomette alla legge vigente. La coscienza, come anche Saviano pretende di insegnare, è un tempio interiore da salvaguardare. Ma lo è sempre: dinanzi alla mano omicida del camorrista sia dinanzi a quella presuntuosa ed autoritaria, che si erge ad affamare e assetare l'inerme». «