Per esame alla Camera serve accordo Fini-Schifani
Pd-Fli-Udc-Idv insistono ma Senato l'ha già incardinata
ROMA, 6 ott - La richiesta di avviare l'esame della riforma elettorale alla Camera è condivisa da Futuro e Libertà, Partito democratico, Italia dei Valori e Udc ma potrà essere soddisfatta solo se ci sarà un accordo tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il presidente del Senato, Renato Schifani. E' quanto spiega il presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio, Donato Bruno, al termine dell'ufficio di presidenza in cui ha raccolto gli orientamenti dei gruppi sul tema sollecitato dalla terza carica dello Stato con una lettera del primo ottobre scorso.
La riforma elettorale è stata già incardinata in commissione al Senato il 22 settembre scorso - il relatore è Lucio Malan (Pdl) - e il regolamento impedisce che anche Montecitorio avvii una discussione sulla stessa materia. Spetta dunque a Fini decidere se raccogliere l'orientamento della maggioranza dei gruppi in Commissione e cercare un accordo con Schifani. "Ci fa piacere in tanti siano d'accordo con la proposta avanzata da Casini nella conferenza dei capigruppo - ha detto Pierluigi Mantini (Udc) - perché è un fatto politicamente rilevante che si sia formata una maggioranza diversa e trasversale che dimostra che la legge elettorale è necessaria e che un'altra maggioranza è possibile".
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