3 maggio 2024
Aggiornato 05:30
Ddl intercettazioni

Governo pone la fiducia, l'Idv occupa il Senato

Oggi il provvedimento al voto. L'opposizione protesta in Aula. La Finocchiaro: fiducia illegittima. L'Idv: resistenza contro il dittatore

ROMA - Il governo blinda il ddl intercettazioni ponendo al Senato la questione di fiducia; il voto avrà luogo oggi. Una decisione che ha fatto esplodere la protesta dell'opposizione: su tutti l'Italia dei Valori che, sventolando il tricolore, ha occupato l'Aula di Palazzo Madama «a oltranza»: «E' la nostra resistenza al dittatore Berlusconi», motiva Antonio Di Pietro. Il Pd invece attacca l'esecutivo definendo la decisione della fiducia «illegittima». Secondo la capogruppo Anna Finocchiaro ci sono tutti gli estremi per motivare ricorsi alla Corte Costituzionale perché alcune parti del testo sono «irragionevoli». E il clima infuocato di Palazzo Madama desta qualche preoccupazione nel leader della Lega, Umberto Bossi, che teme venga compromesso il confronto con l'opposizione sulle riforme.

«OSTRUZIONISMO TOTALE» - La giornata era iniziata in commissione Giustizia con l'esame dei nuovi emendamenti presentati dalla maggioranza ma l'opposizione ha annunciato subito «ostruzionismo totale» su un ddl che giudica «inaccettabile». Il testo dunque è tornato in Aula alle 15 senza l'ok della Commissione: «L'ostruzionismo messo in atto dall'opposizione - denuncia il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo - a questo punto legittima il ricorso al voto di fiducia». Il Ministro della Giustizia Alfano ha definito «strumentali» le polemiche dei democratici che vogliono «mascherare con pretesti procedurali il palese disinteresse verso il diritto costituzionale alla riservatezza e alla privacy di quei milioni di cittadini non tutelati da nessuna lobby».

BOSSI: «TEMO PER LE RIFORME» - Il ricorso alla fiducia in Senato sul ddl intercettazioni «era quasi inevitabile» ma «spero non crei problemi» nel confronto con le opposizioni sulle riforme ha detto da parte sua il leader della Lega Umberto Bossi. Il ministro per le Riforme commentando le parole di Berlusconi sulla riforma dell'architettura istituzionale, ha detto «certo che la Costituzione è vecchia: stiamo cercando di cambiarla proprio per quella».

SCHIFANI - «La presidenza prende atto con rammarico» dell'ostruzionismo dell'opposizione sul ddl intercettazioni «perché avrebbe auspicato che la commissione giustizia avesse potuto pronunciarsi nel merito delle proposte emendative» è stato il commento in apertura di seduta del presidente del Senato Renato Schifani.

BERSANIE IL PREMIER - Anche il Pd annunciava battaglia. «Dobbiamo fare una battaglia con tutte le forze che abbiamo - spiegava il segretario Bersani -. La maggioranza non ha fatto alcuni correttivo e bisogna richiamare tutti alla coerenza. Che cosa ci ha trovato Fini di migliorato nel testo?». «Questa legge sulle intercettazioni non risolve tutti i problemi, cercheremo di migliorarla più avanti. Ma andiamo avanti decisi» aveva detto invece il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervenendo all'assemblea della Confartigianato. «La grandissima parte degli italiani è stanca di non poter usare il telefono perché teme di essere spiata», ha dichiarato Berlusconi. «Solo una piccola nomenklatura di magistrati e giornalisti vuole le intercettazioni. Sui giornali si è fatta una baraonda su questa legge».