Ddl intercettazioni, via libera alle maxi-multe per gli editori
È invece ancora da approvare l'emendamento che stabilisce le pene per i giornalisti
ROMA - La commissione Giustizia del Senato ha bocciato gli emendamenti delle opposizioni, soppressivi delle nuove norme sulle intercettazioni che inaspriscono le pene per giornalisti ed editori. Via libera, quindi, al carcere fino a due mesi o in alternativa all'ammenda da due a diecimila euro per il cronista che pubblica integralmente o riassume atti d'indagine prima dell'udienza preliminare, e carcere fino a due mesi in aggiunta all'ammenda da quattro a ventimila euro per chi pubblica intercettazioni prima dell'udienza preliminare. Ok anche alle multe per gli editori: da 64.700 a 464.770 euro.
L'OPPOSIZIONE - «La battaglia in aula la faremo tutta - annuncia Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd - e comunque vedremo qual è il testo che arriva. Il ddl ha subito tante modifiche e contiene tante incoerenze che non ho ancora capito cosa verrà fuori». Ma a chi le chiede se lo scontro politico, una volta approvata la nuova legge possa proseguire con un referendum popolare promosso dall'opposizione, Finocchiaro risponde: «Questo non lo so». Netta la posizione dell'Italia dei valori: «Se anche il vicedirettore de Il Giornale riconosce che il ddl sulle intercettazioni taglierà completamente le gambe all'informazione - afferma il capogruppo Idv in commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti - è segno che quanto stiamo ripetendo da giorni è la pura verità: ma la maggioranza continua a far finta di nulla e prosegue imperterrita nel mantenere fermi i punti chiave del provvedimento. Insomma, quello che uscirà con ogni probabilità dalla Commissione rappresenterà un intervento devastante e un arretramento vistoso nella lotta al crimine».
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