5 maggio 2024
Aggiornato 20:00
Per ora esclusa la lista nel Lazio

Regionali, respinto il ricorso del Pdl

La Polverini si appella a Napolitano. Istanza del centrodestra all'Ufficio centrale regionale

ROMA - Sono per ora escluse le liste elettorali del Pdl nel Lazio. E' stata infatti respinta l'istanza del Pdl laziale all'ufficio elettorale per motivare il ritardo del deposito di ieri della lista provinciale di Roma. Il Pdl presenterà ora ricorso d'appello all'Ufficio centrale regionale del Lazio per ottenere la riammissione. E parla di «incidente tecnico».

L'appello della Polverini - «Chiamo il Capo dello Stato con un appello a garantire» che gli elettori possano trovare la lista del Pdl sulle schede elettorali per le regionali nella Provincia di Roma ha detto il candidato del Pdl Renata Polverini in conferenza stampa. «Sono convinta che si tratti solo di un fatto burocratico. Non credo che al Pdl, il maggior partito del Lazio e di Roma, possa essere impedito l'accesso alla competizione elettorale. La burocrazia non uccida la democrazia. Il Pdl sta seguendo tutte le vie legali per garantire questo diritto di voto. Non parliamo di una lista respinta ma dell'impossibilitá di presentarla. Restituiamo ai cittadini -conclude Polverini- i loro diritti».

Di tutt'altro avviso il ministro Gianfranco Rotondi. «I maestri del Pdl - ha detto- hanno fatto perdere la Polverini a tavolino. Io ne ho piene le tasche di fare il parente povero in questa banda di incapaci. Nemmeno la campagna elettorale mi induce a misericordia». E siccome, «non vorrei fare un torto ai dirigenti del PdL del Lazio, preciso che l'incapacità a cui mi riferisco è un dato complessivo della gestione delle liste del PdL in cui la vicenda romana si inquadra».

Bonino - «Diciamoci le cose come stanno: questa lista non c'è, non c'è verbale», era stato in mattinata il commento della candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio Emma Bonino riferendosi alla vicenda. «Dopo le leggi ad personam - ha proseguito - non vorrei che si arrivasse a un provvedimento ad listam, sarebbe un' innovazione degna di qualche altro regime. Forse anche Alemanno dovrebbe pentirsi della sua arroganza: davanti alle nostre richieste di legalità aveva detto che avevamo problemi di visibilità. Poi era intervenuto il ministro Maroni, dicendo che a 30 giorni dalle elezioni non si poteva cambiare niente e non dovevamo lamentarci. Non vorrei che avessero una memoria troppo corta».