8 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Il Presidente della Camera auspica un confronto sereno alla Camera

Fini: sul biotestamento è necessario deporre le scimitarre

«I Parlamentari devono legiferare con spirito laico, non per dogmi»

BOLOGNA - Alcune leggi su temi eticamente sensibili in Italia «sembrano fatte più in ragioni di dogmi religiosi che per il principio della libertà e della laicità delle istituzioni». Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in vista del dibattito in aula sul testamento biologico chiede di «deporre le scimitarre della propaganda» e auspica una «discussione serena».

Fini, nel corso nella presentazione del suo ultimo libro «Il futuro della libertà» alla libreria Coop Ambasciatori di Bologna, si sofferma sui temi italiani che riguardano la laicità delle istituzioni, un «valore fondamentale in cui si riconoscono tutti, anche i cattolici». Mettendo in evidenza che attualmente la differenza è tra «laici e clericali, non tra laici e cattolici», la terza carica dello Stato non risparmia critiche: «Alcune leggi su temi eticamente sensibili - spiega - mi sembrano fatte più in ragioni di precetti, di dogmi religiosi, piuttosto che sul principio della libertà, della responsabilità etica e della laicità delle istituzioni».

«Se si depongono le scimitarre della propaganda - precisa Fini - si evitano gli errori che sono già stati fatti nella legislazione italiana. A volte si legifera sull'onda delle emozioni del fatto di cronaca» come è avvenuto per la morte di Eluana Englaro. «Vedremo - continua - se nel dibattito alla Camera nelle prossime settimane ci sarà più serenità per affrontare la discussione sul testamento biologico: francamente me lo auguro. Occorre uscire dalle etichette» anche perchè » sulle grandi questioni ogni singolo cittadino e parlamentare si comporta come gli detta la coscienza e basta».

Da Bologna il presidente della Camera ha poi aggiunto: «Cerchiamo di legiferare nel rispetto del grande valore della religione, ma senza timori per un confronto con la scienza, il progresso e «senza escludere la «libertà delle persone, perchè non sono scelte che possono essere demandate ad altri se non alla propria coscienza».