9 maggio 2024
Aggiornato 01:30
Politica & Riforme

Guzzetta: riforme necessarie, l'Italia ad un bivio

Per il Costituzionalista «servono riforme durature che richiedono grande coraggio e non piccoli aggiustamenti di facciata»

ROMA - «Le riforme sono assolutamente necessarie perché l'Italia si trova ad un bivio: può continuare a funzionare come ha funzionato finora, ma avrebbe di fronte a sé un declino ineluttabile, oppure può trasformarsi radicalmente per essere in grado di fronteggiare le sfide future». Lo afferma il costituzionalista Giovanni Guzzetta, già presidente del Comitato promotore dei Referendum elettorali, in un'intervista al settimanale «Il Punto», oggi in edicola.

Secondo Guzzetta «bisogna pensare a riforme che vadano bene per l'Italia nei prossimi anni, non nei prossimi mesi. Servono riforme durature che richiedono grande coraggio e non piccoli aggiustamenti di facciata».

Il professore affronta anche il teme giustizia: «Il problema è che sul dibattito sulla giustizia si stanno scaricando anche tensioni politiche contingenti, legate alle diverse posizioni di maggioranza e opposizione sull'attualita' politica, in particolare sul rapporto tra giustizia e sistema politico».

E Guzzetta aggiunge: «Il lodo Alfano viene trattato da molti con scandalo, ma in realtà si tratta di una soluzione che la stessa Corte costituzionale ha identificato come apprezzabile se adottata con la revisione costituzionale».

Per Guzzetta occorre dire no all'immunita' parlamentare: «Mi sorprende che a proporre l'introduzione dell'immunita' parlamentare ci siano anche coloro che contestano a Berlusconi di voler fare leggi ad personam, perché se consideriamo il lodo Alfano una legge ad personam, allora l'immunita' parlamentare è una legge ad personas. Nel primo caso la persona è una, nel secondo caso sono mille, cioè i parlamentari».

«Comunque - conclude Guzzetta - sono molto critico verso questa ipotesi nel contesto del sistema elettorale vigente e di un Parlamento che è sostanzialmente nominato dai segretari di partito. Le candidature si farebbero sulla base del certificato dei carichi pendenti».